Il magnifico viaggio - volume 3

DENTRO IL TESTO Il campionario della bellezza femminile Il campo metaforico della tenuità in Pallore di bella donna I contenuti tematici Nel primo testo antologizzato si loda il pallido viso di una gentildonna, oggetto di accostamenti metaforici languidi e dolci, tutti giocati sul tema del bianco; nel secondo, invece, viene celebrata la bellezza esotica di una donna nera, il cui corpo richiama la sensualità della passione amorosa. L accostamento dei due componimenti mostra la propensione di Marino a indagare l infinita varietà del reale: qui è l universo femminile a fornire la materia per confezionare un elogio di due tipologie estetiche del tutto differenti. In Pallore di bella donna l effetto cromatico evanescente pare distendersi su tutto il mondo esterno alla fanciulla, che irradia un diafano alone di incorporeità sulle tinte dell alba e della rosa, destinate a sbiadire. In Bella schiava, invece, lo splendore nero della bellezza della serva offusca la luce del sole, il candore dell avorio e la vivacità della porpora (tutte metafore petrarchesche per indicare la bellezza della donna bianca). Le scelte stilistiche In Pallore di bella donna lo scoloramento contagia lo stesso poeta innamorato, che agogna una sorta di abbraccio languido con la donna: l esclamazione finale accentua la sensazione di uno spossato e passionale abbandono sentimentale, accompagnato da pause e sospiri. Tutto il madrigale è caratterizzato da una tonalità flebile e carezzevole, conferita dagli appellativi metaforici della donna (sole, v. 1; v ole, v. 5), dalla ricorrenza dell aggettivo dolce (vv. 2, 5 e 9) e dall anafora del vezzeggiativo pallidetta, vera parola chiave da accostare come figura etimologica a pallori (v. 2), pallide (v. 5) e impallidisca (v. 9). Oltre il Petrarchismo Il primo, apparente modello di riferimento è Petrarca, autore di quattro madrigali nel Canzoniere. In Marino, tuttavia, la dimensione profana esclude ogni significato trascendente: la morbida malinconia dei versi e il brivido di erotismo che li pervade richiamano piuttosto alla mente i madrigali cinquecenteschi di Tasso. Anche le soluzioni metriche segnano una marcata discontinuità rispetto alla tradizione petrarchesca: non si trovano qui endecasillabi ordinati in due o tre terzine, ma settenari ed endecasillabi che si dispongono in modo da creare un ritmo musicale frastagliato, accentuato anche dalla presenza degli enjambement. Il gusto del paradosso in Bella schiava Bella schiava è invece costruita sugli ossimori e sulle antitesi (leggiadro mostro, v. 2; Fosca è l alba, v. 3; luce [ ] di tenebroso inchiostro, v. 7; di spento carbon [ ] arsura, v. 8; Servo di chi m è serva, v. 9; bruno laccio opposto a candida man, vv. 10 e 11), a partire dal contrasto più forte, quello iniziale, sottolineato dal ma (v. 1), tra la pelle scura e il concetto tradizionale di bellezza. Anche sul piano della struttura sintattica si ripete lo stesso gioco di corrispondenze antitetiche: a questo fine Marino si serve di due chiasmi, ai vv. 3-4 (l alba appo te [ ] / presso l ebeno tuo l avorio e l ostro) e ai vv. 7-8 (o luce uscir di tenebroso inchiostro, / o di spento carbon nascere arsura). La rielaborazione delle fonti L idea della bellezza nera proviene dal biblico Cantico dei Cantici (Nigra sum, sed formosa, Sono nera, ma bella , 1, 4), ma soprattutto dal primo verso di un madrigale di Tasso (Bruna sei tu, ma bella), con la sostituzione di «bruna con il più forte nera. D altronde, tutto il componimento tende all enfatizzazione: le associazioni ardite si susseguono l una all altra, come quando, al v. 8, lo spento carbon (metafora per indicare il colore della pelle della schiava) paradossalmente brucia; o come quando, nei versi finali, il poeta designa l amata con un altro paradosso come un sole, ma un sole notturno che porta la luce negli occhi (con il gioco di parole, tra l altro, generato dalla ripetizione del termine sol con due significati diversi, come sostantivo e come avverbio). L identificazione dell amata con il sole è di ascendenza petrarchesca; all autore del Canzoniere rimandano inoltre altre espressioni (quella della donna-portento, per esempio, compare al v. 5 del sonetto 347, Donna che lieta col Principio nostro: «o de le donne altero e raro mostro ). In Marino, tuttavia, ogni eredità della tradizione viene riutilizzata non per imitare, ma per studiare stupefacenti variazioni sul tema. Così la bellezza muliebre, tipizzata dalla tradizione in un canone fisso, presenta qui un ventaglio di tipologie diverse, ognuna delle quali contiene qualche elemento di eccentrica novità. LA CORRENTE / LA POESIA BAROCCA / 53

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento