T6 - Notti antiche e notti moderne

Notti antiche e notti moderne / T6 / La Notte, vv. 1-54 / La notte artificiale della nobiltà / la parte iniziale dell ultima sezione del Giorno: scende la notte, una notte assai diversa da quella degli avi, quando al calar del sole il mondo veniva sommerso nelle tenebre profonde, popolate di fantasmi. Ora anche le ore notturne sono illuminate dai bagliori artificiali che provengono dai palazzi aristocratici. METRO Endecasillabi sciolti. 10 15 20 25 1 contenderai: il verbo contendere nel significato di impedire , vietare si trova in Dante («l entrare a tutt altri è conteso / fuor ch a messi d Amor , Rime, L, 58-59) benigna: perché dà riposo alle creature. 6 timida terra: la terra era timida (dal verbo latino timeo, temere ), perché agli antichi la notte procurava paura e trepidazione. 13 di teschi al piede: i teschi sono i resti e la testimonianza di battaglie e antichi scontri sanguinari. 14 upupe: l «ilare uccello calunniato dai poeti , come lo definirà Eugenio Monta- 518 / IL SETTECENTO le, è in realtà un volatile diurno; la suggestione fonica del suo nome indurrà anche Ugo Foscolo a evocarlo come una presenza notturna e sinistra (Dei Sepolcri, vv. 82-87). 17 lievi fiamme: sono i cosiddetti fuochi fatui , le fiammelle, visibili nei cimiteri, provocate dalla combustione naturale dei gas dovuti alla decomposizione dei cadaveri. Le parole valgono augurio Quando facciamo a qualcuno gli auguri di felice Natale o di buon compleanno, 1-3 E tu non impedirai (contenderai), benevola Notte, che io cerchi il mio illustre giovane e lo guidi con gli ultimi insegnamenti (estremi precetti) nel tuo regno. 4-29 Un tempo (Già) avvolta dal buio e dai pericoli, sola, squallida, triste dominavi dall alto del tuo seggio (alto sedevi) la terra timorosa (timida). Il debole raggio delle stelle lontane e dei pianeti che ruotano nel cielo silenzioso (nel silenzio) infrangeva (rompea) il tuo orrore solo nella misura in cui ciò serviva (sol quanto è duopo) a farlo percepire maggiormente (assai più). Si vedeva salire, ingrandendosi (giganteggiando), un ombra spaventosa fra le case e sulle alte torri, le cui fondamenta erano disseminate di antichi teschi. E attraverso tale ombra (per essa) svolazzavano upupe, gufi e altri rapaci che disdegnano la luce solare (mostri avversi al sole), e con le loro grida luttuose (ferali stridi) annunciavano presagi funesti (portavan miserandi augurj). E intanto dal terreno si alzavano le tenui (lievi) e pallide (smorte) fiammelle dei fuochi fatui; e quelle pallide fiammelle vagavano su e giù nell aria orribilmente silenziosa (tacito) e oscura (opaco); e al sospettoso amante clandestino (adultero), che si aggirava (sen gìa) lentamente con il cappello calato sugli occhi, tutto avvolto nel suo mantello e con le armi nascoste (ascose), colpivano il cuore e glielo stringevano di affanno. E si dice anche (E fama è ancor) che pallidi spettri (fantasime) lungo le mura delle case disabitate (deserti tetti) intonassero lunghi e acutissimi lamenti, ai quali da lontano, attraverso la vasta oscurità, i cani rispondevano con i loro ululati. PARAFRASI 5 Né tu contenderai benigna Notte, che il mio Giovane illustre io cerchi e guidi con gli estremi precetti entro al tuo regno. Già di tenebre involta e di perigli, sola squallida mesta alto sedevi su la timida terra. Il debil raggio de le stelle remote e de pianeti, che nel silenzio camminando vanno, rompea gli orrori tuoi sol quanto è duopo a sentirli assai più. Terribil ombra giganteggiando si vedea salire su per le case e su per l alte torri di teschi antiqui seminate al piede. E upupe e gufi e mostri avversi al sole svolazzavan per essa; e con ferali stridi portavan miserandi augurj. E lievi dal terreno e smorte fiamme sorgeano in tanto; e quelle smorte fiamme di su di giù vagavano per l aere orribilmente tacito ed opaco; e al sospettoso adultero, che lento col cappel su le ciglia e tutto avvolto entro al manto sen gìa con l armi ascose, colpìeno il core, e lo strignean d affanno. E fama è ancor che pallide fantasime lungo le mura de i deserti tetti spargean lungo acutissimo lamento, cui di lontano per lo vasto buio i cani rispondevano ululando. probabilmente non pensiamo all origine della parola augurio. In latino l augurium era la cerimonia con cui gli àuguri ricavavano presagi dall osservazione del volo degli uccelli o da altri fenomeni naturali come fulmini e tuoni; da qui anche il presagio stesso, che poteva essere positivo o negativo, previsione di eventi buoni o cattivi. Oggi nel vocabolo augurio prevale il significato di desiderio che accada qualcosa di bene , e il termine può indicare anche l espressione stessa di questo desiderio. Quali verbi possono sostituire il più generico fare nell espressione «fare gli auguri ?

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento