Il magnifico viaggio - volume 3

PALESTRA DI SCRITTURA 30 35 40 45 a. la quasi unicità a dispetto della tradizione letteraria italiana: ciò conferma, di Goldoni, una pacata ma ferma avversione per norme universalmente prescritte e costrittive, oltre ogni logica del fare, e soprattutto del far bene, secondo il buon senso di chi, potendo, vuol vivere del proprio mestiere ed è dunque attento al risultato del botteghino, ma che è anche common sense6 di chi ha fede nella risoluzione di ogni conflitto attraverso la civiltà del dialogo, non meno che nella libertà e nel potere dell immaginazione che la presiede; una logica, questa, che negli stessi anni di Goldoni è espressamente predicata anche da Joseph Addison7 dai fogli del quotidiano «The Spectator ; b. democratico ante litteram: lungi dall evocare quel moderatismo caro a maldestre letture marxiste seriori,8 il teatro di Goldoni sembra rivendicare, secondo Gramsci, una conoscenza dell uomo che vuole il diritto, quando la tradizione teorica lo riservava soltanto alle élite; tale rivendicazione matura con la graduale trasformazione e conquista della scena, secondo le giuste parole di Ludovico Zorzi,9 di «personaggi corposi e vitali, tanto più insoliti quanto visibilmente estrapolati dalla realtà circostante , la cui «apparizione dové sorprendere come uno stacco traumatizzante ; c. contenuto popolare: ossia, secondo un ideologia del racconto elaborata dal basso, non certo da contemplare con inopportuni sorrisi (come avvertito ancora dalla critica di cui sopra), ma da articolare dialogicamente nel pieno processo mimetico delle sue reali contraddizioni; 50 55 60 d. lingua espressiva popolare: a conferma anche per Gramsci della costruzione di un autonoma koinè per la prima volta generata, sulla scena teatrale italiana, da esigenze di oralità e performatività; koinè come sappiamo collaudata da Goldoni su di un ampio ventaglio di registri e vocabolari. Gianfranco Folena10 ha chiamato questa lingua teatrale «fantasma scenico forse anche perché, di fronte alla moltitudine del parlato che rinuncia alla logica normata dello scritto, può prendere vita soltanto (e mica poi tanto per dire) una drammaturgia di spettri: gli invisibili, i subalterni, gli esclusi da ogni possibilità di agency.11 Perché la lingua, queste lingue, sono esperienze di apertura, di raccolta, di conoscenza e di collaborazione, «condizione nascente ed effimera , secondo ancora Folena, mai difesa identitaria né tutela o appropriazione del tipico e del nativo; e. critica feroce dell aristocrazia: ossia, aggressiva e efficace assunzione di un punto di vista anti aristocratico in un occorre aggiungere mobile e disponibilissimo sistema linguistico, tanto che insieme ai «Parolai , ossia a quella «specie di sapienti stucchevoli pronti a far chiasso e a prendere subito le misure di scuola 6 common sense: senso comune. 7 Joseph Addison: saggista, drammatur- go e uomo politico inglese (1672-1719). La sua personalità di moralista, psicologo e umorista si espresse pienamente nelle pa- 458 / IL SETTECENTO gine del quotidiano The Spectator , mentre nei suoi saggi diede vita a tipi assurti a espressione caratteristica del loro tempo. 8 seriori: più tarde. 9 Ludovico Zorzi: critico teatrale e sag- gista (1928-1983). 10 Gianfranco Folena: linguista e filologo italiano (1920-1992). 11 agency: azione.

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento