Il magnifico viaggio - volume 3

DENTRO IL TESTO Correggere i costumi con l ironia I contenuti tematici «Non vi è niente di più fastidioso, di più molesto alla Società, di un uomo che brontola sempre; cioè che trova a dire su tutto, che non è mai contento di niente, che tratta con asprezza, che parla con arroganza e si fa odiare da tutti. Todero in questa commedia non è brontolon solamente, ma avaro e superbo [ ]. Tutta la morale di questa Commedia consiste nell esposizione di un carattere odioso, affinché se ne correggano quelli che si trovano, per loro disgrazia, da questa malattia attaccati : così spiega Goldoni nell introduzione (L autore a chi legge) che, nell edizione a stampa, precede la commedia. Tutti i difetti di Todero contribuiscono in effetti a renderlo ridicolo e odioso agli occhi degli spettatori. In queste scene finali, pur dovendo accettare il fatto compiuto (l impossibilità di far sposare la nipote Zanetta con Nicoletto), egli cerca ancora di imporsi come vincitore (Tasè là, siora: tocca a mi a dirghelo, r. 55), mettendo così in evidenza il contrasto tra la sua meschinità (co son contento mi, basta, rr. 34-35), che fino all ultimo non gli permette di avere altri interessi se non il proprio guadagno (No m aveu ditto che la torrè senza dota?, r. 29), e la dignità e nobiltà d animo del giovane Meneghetto, il quale dimostra disinteresse per il denaro (Sior sì, senza dota, r. 30). Un borghese ottuso Accanto alla satira dei comportamenti umani, l opera contiene anche una dimensione di denuncia sociale. Todero è un vecchio e ricco mercante, dunque un rappresentante di quella borghesia veneziana cui Goldoni aveva attribuito, nelle commedie della prima fase, un ruolo preminente nella società, e che ora dipinge con i vizi e le ottusità tipiche della nobiltà. Egli non è soltanto burbero e scostante, ma anche incapace di condurre i propri affari in modo conveniente. Alla fine della vicenda, è proprio Meneghetto a liberare il vecchio Todero dall amministratore Desiderio, che si rivela profittatore e truffatore (Avanti de far lite, che sior Desiderio renda conto della so amministrazion, rr. 41-42). Si viene così a scoprire come il vecchio despota, che allo scopo di rimanere l unico padrone della sua attività non aveva mai concesso considerazione e stima al figlio, si sia in realtà lasciato truffare proprio da colui che aveva scelto come collaboratore. Il confronto tra i due personaggi, Todero e Meneghetto, fa emergere dunque, su un piano sociale, l involuzione di una classe mercantile avida e cinica, che ha dimenticato i valori positivi della bontà, della lealtà e della sincerità. Le donne: il motore della storia Pellegrino, il figlio di Todero, conferma anche nell ultima scena l incapacità di opporsi al padre o di assumersi responsabilità; al contrario, Marcolina e Fortunata grazie alle quali si è concluso il matrimonio sono intraprendenti e determinate. La ribellione di Marcolina, però, è tutta privata: si è opposta al suocero e ha sottratto la figlia a un destino di tristezze e frustrazioni, ma sa di averlo fatto per conto del marito, di cui non contesta il ruolo. Alla fine della commedia, infatti, esorta Pellegrino a prendere parte attiva negli affari del padre e si propone di chiedere comprensione e benevolenza al suocero, dimostrando di adeguarsi alle gerarchie che governano la famiglia e la società borghese, dove il matrimonio è contrattato dai Jean-Baptiste Greuze, Contratto nuziale, 1761. Parigi, Museo del Louvre. 446 / IL SETTECENTO

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento