Il magnifico viaggio - volume 3

15 20 25 30 35 40 45 50 55 1 i due cadaveri: quelli dei due indigeni che intendevano uccidere Venerdì e che questi era riuscito a neutralizzare con l aiuto di Robinson. 60 In verità, più che dormire sonnecchiò per una mezz ora. Dopo di che si svegliò e mi raggiunse fuori della caverna, dove nel frattempo io avevo munto le capre che tenevo nel recinto, poco discosto. Nel vedermi, mi corse incontro, e ancora una volta si prosternò ai miei piedi, profondendosi in tutti i gesti possibili e immaginabili, atti a dimostrare la sua umiltà e la sua gratitudine, e facendo una quantità di buffi gesti per attestarmi questo suo sentimento. Alla fine, come aveva fatto in precedenza posò la fronte contro il suolo e premette un mio piede sopra il suo capo, dopo di che riprese la sua mimica volta a dimostrarmi la sua sottomissione, soggezione e volontà di obbedienza, e per farmi capire che intendeva servirmi fino alla morte. Riuscii a comprendere il significato di quasi tutto quel suo gesticolare, e a mia volta gli lasciai intendere che ero molto soddisfatto di lui. Subito dopo incominciai a parlargli e a insegnargli a parlare, e per prima cosa gli spiegai che il suo nome sarebbe stato Venerdì, perché venerdì era appunto il giorno in cui gli avevo salvato la vita. Lo chiamai così a ricordo dell avvenimento. Parimenti gli insegnai a dire «Padrone e gli spiegai che questo era il nome col quale doveva rivolgermi la parola. Poi gli insegnai a dire «sì e «no , illustrandogli il significato di queste due parole. Gli diedi un poco di latte versandolo in una ciotola di terracotta, e prima gli mostrai come facevo a sorbirlo e ad inzupparvi il pane. Gli diedi una pagnotta perché facesse la stessa cosa, ed egli eseguì prontamente; anzi mi fece segno che quel cibo gli piaceva molto. Rimasi con lui la notte, ma non appena fu giorno gli feci cenno di seguirmi, facendogli capire che intendevo trovargli qualche indumento. Lui parve compiacersene, giacché in effetti era del tutto nudo. Quando arrivammo al punto in cui aveva seppellito i due cadaveri,1 me lo indicò con esattezza, mostrandomi certi segni che aveva lasciato per ritrovarli e facendomi capire che dovevamo dissotterrarli e mangiarli. Allora io mi mostrai oltremodo adirato, manifestai il mio orrore a un idea del genere e finsi di esser colto dal vomito al solo pensarvi. Poi con un gesto della mano gli ingiunsi di allontanarsi e proseguire il cammino, cosa che fece all istante, con assoluta sottomissione. Poi lo condussi in cima alla collina, per vedere se i suoi nemici se ne fossero andati. Presi il cannocchiale e distinsi chiaramente il punto in cui erano stati, ma non c era più traccia né di loro né delle loro canoe. Evidentemente erano ripartiti abbandonando i loro due compagni e senza fare il minimo tentativo per ritrovarli. Ma non mi accontentai di questa constatazione. Ora, sentendomi rinfrancato, e quindi tanto più incuriosito, presi con me il mio servo Venerdì mettendogli la spada in mano e l arco e le frecce a tracolla (vidi più tardi che sapeva usarle con grande destrezza), facendogli reggere uno dei miei fucili, mentre da parte mia ne portavo altri due, e poi c incamminammo verso il luogo in cui avevano sostato quei selvaggi. Infatti intendevo saperne di più sul loro conto. Quando arrivai sul posto mi sentii gelare il sangue nelle vene e mancare il cuore in petto davanti a quell orrendo spettacolo. La scena era davvero atroce, almeno per me, mentre Venerdì si mostrava affatto indifferente. Il terreno era sparso di ossa umane e macchiato di sangue; grossi pezzi di carne giacevano qua e là, mangiati a mezzo, sbranati e bruciacchiati: c erano, insomma, tracce vistose del banchetto trionfale ch essi avevano consumato dopo la vittoria sui loro nemici. Vidi tre teschi, cinque mani e le ossa di tre o quattro gambe e piedi, nonché numerose altre parti del corpo umano. A gesti, Venerdì mi fece capire che erano stati trasportati sulle canoe quattro prigionieri, che tre erano stati divorati e che lui (e indicava se stesso) era il quarto. Riuscì a spiegarmi che c era stata una grande battaglia fra due re confi- IL GENERE / IL ROMANZO EUROPEO DEL SETTECENTO / 325

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento