Il magnifico viaggio - volume 3

15 20 25 30 E tu pur anche coll infranto carro rovesciato cadrai, tardo Boote, tu degli artici lumi il più gentile? Deh, perché mai la fronte or mi discopri, e la beata notte mi rimembri che al casto fianco dell amica assiso a suoi begli occhi t insegnai col dito! Al chiaror di tue rote ella ridenti volgea le luci; ed io per gioia intanto a suoi ginocchi mi tenea prostrato, più vago oggetto a contemplar rivolto, che d un tenero cor meglio i sospiri, meglio i trasporti meritar sapea. Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque, dunque io per sempre v ho perduti, e vivo? E questa è calma di pensier? son questi gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse della notte il silenzio, e della muta mesta natura il tenebroso aspetto! Già di nuovo a suonar l aura comincia de miei sospiri, ed in più larga vena già mi ritorna su le ciglia il pianto. 12 tu pur anche: persino tu. carro: quel lo formato dalle stelle dell Orsa Mag giore, di cui si parla al verso successivo. 13 tardo Boote: lenta Orsa Maggiore (indicata con il suo nome greco). Lo spostamento apparente dell Orsa Mag giore è lento a causa della sua posizio ne rispetto all osservatore. 14 degli artici gentile: la più nobile tra le costellazioni (lumi) settentrio nali (artici). 15 Deh: interiezione tipica della tradi zione lirica italiana. la fronte or mi discopri: ora illumini il mio volto; se in vece la fronte, come intendono alcuni commentatori, è quella della costella zione, e non del poeta, la frase significa ora mi mostri il tuo volto , mi appari . 16 rimembri: ricordi (così al v. 25 rimembranze è sinonimo del sostanti vo ricordi ). 17 che: quando, in cui. amica: donna amata. assiso: seduto. 18 insegnai: indicai. 19 rote: le ruote del carro, vale a dire le stelle dell Orsa Maggiore, oppure, secondo altri commentatori, gli appa renti movimenti circolari della costella zione; si tratta comunque di un voca bolo di ascendenza dantesca. 20 luci: occhi. 21 mi tenea prostrato: stavo chinato. 22 più vago rivolto: teso a contem plare un oggetto più bello di quello ammirato dalla donna (le stelle), cioè teso a contemplare la donna stessa. 23-24 che d un tenero cor meritar sapea: che era più degno di riceve re i sospiri e gli slanci (trasporti) di un cuore sensibile (tenero). 26 e vivo?: e tuttavia continuo a vivere? 27 calma di pensier: pace, assenza di turbamento interiore. 28 gli addormentati affetti: i sentimen ti che credevo sopiti. deluse: ingannò. 31-32 Già di nuovo sospiri: l aria co mincia ormai a risuonare nuovamente dei miei sospiri. 32 in più larga vena: con maggiore abbondanza. Le parole valgono prostrare Prostrare significa letteralmente stendere a terra , abbattere , atterrare , o annientare completamente (anche uccidendo) : «prostrare l esercito nemico . Ma certamente più diffuso è oggi l uso figurato, nel senso di indebolire , fiaccare , privare totalmente dell energia fisica o psichica : «la lunga convalescenza lo ha prostrato ; «è ancora prostrato dal grave colpo ricevuto con quella notizia . Con altro senso figurato, possiamo dire «prostrare l orgoglio, la vanità di qualcuno , oppure «prostrare l arroganza dell avversario : in casi come questi che cosa vuol dire il verbo? Mariano Rossi, L ispirazione del poeta, 1785. Collezione privata. IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DEL SETTECENTO / 309

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento