D3 - Denis Diderot, Il filosofo al servizio della

DOCUMENTO 3 Il filosofo al servizio della collettività Denis Diderot, voce Philosophe dall Enciclopedia Denis Diderot nasce a Langres, nella regione francese della Champagne, nel 1713. Figlio di un artigiano, compie i primi studi in un collegio gesuitico. Trasferitosi a Parigi, lavora come precettore e poi come apprendista in uno studio legale. Partecipa all opera di divulgazione della cultura inglese traducendo libri di medicina e di storia; con la traduzione del Saggio sulla virtù e il merito (1745) del conte di Shaftesbury (1671-1713), in particolare, si inserisce nel vivo della polemica illuministica. Dal 1747 è il principale animatore della grande impresa editoriale dell Enciclopedia, cui contribuisce con la stesura di oltre 6000 voci (in particolare di argomento filosofico e relative alle tecniche e ai mestieri). Dopo la conclusione del progetto continua un intensa attività intellettuale scrivendo aforismi, drammi teatrali, opere filosofico-scientifiche e politiche e dialoghi satirici, quasi tutti editi postumi dopo la Rivoluzione francese. Muore a Parigi nel 1784. L autore Il passo qui riprodotto è tratto dalla voce Philosophe, redatta probabilmente da Diderot a partire da un testo di uno dei suoi collaboratori, César Chesneau Dumarsais (1676-1756), circolato clandestinamente qualche anno prima. Con la semplicità e la limpidezza tipiche della prosa illuministica, Diderot delinea un immagine nuova del filosofo e dell intellettuale in genere, non più profeta distaccato dal mondo, ma individuo guidato dalla ragione e integrato nella società. L intellettuale deve rinunciare alla tentazione dell isolamento, ricercando il contatto con il prossimo e la piena integrazione nella società. Si coglie la polemica antinobiliare contro gli aristocratici corrotti, sprezzanti verso chi non appartiene alla loro classe. I pensatori dediti alle sterili elucubrazioni metafisiche sono condannati alla misantropia: la vera utilità del pensiero risiede nello scambio delle idee. La ragione deve combattere i pregiudizi, ancora prevalenti, favorendo il progresso ordinato della civiltà. Lo spirito filosofico è dunque uno spirito di osservazione e di precisione, che riporta tutto ai suoi veri princìpi; ma non è questo soltanto lo spirito che il filosofo coltiva: egli spinge più oltre la sua attenzione e le sue cure. L uomo non è un mostro che debba vivere negli abissi del mare o nel folto di una foresta: le stesse necessità della vita gli rendono necessario il commercio1 con gli altri; e in qualunque stato egli si possa trovare, i suoi bisogni e il suo benessere lo inducono a vivere in società. Così la ragione esige da lui che conosca, che studi, che si impegni ad acquisire qualità sociali. Il nostro filosofo non si crede in esilio in questo mondo; non crede di trovarsi in un paese nemico; vuole godere da saggio economo2 i beni che la natura gli offre; vuole ricavare piacere dalla compagnia degli altri; e poiché per averne bisogna darne, cerca di trovarsi d accordo con coloro con cui il caso o la sua propria scelta lo fanno vivere; e trova nello stesso tempo ciò che gli conviene; è un galantuomo che vuol piacere e rendersi utile. I grandi cui la vita dissipata non lascia tempo sufficiente per meditare, sono quasi tutti crudeli contro coloro ch essi non reputano loro pari. I filosofi comuni che meditano troppo, o piuttosto che meditano male, lo sono contro tutti; fuggono gli uomini, e gli uomini li evitano: ma il nostro filosofo, che sa ben alternare la solitudine e il commercio con gli altri uomini, è pieno d umanità. [ ] Sarebbe inutile notare qui quanto il filosofo sia geloso di tutto ciò che si chiama onore e probità . La società civile è per lui per così dire una divinità sulla terra; egli l incensa, la onora con la probità,3 con l esatta osservanza dei propri doveri, con il desiderio sincero di non esserne un membro inutile o incomodo. Tanto i sentimenti di probità quanto i lumi dello spirito fanno parte della costruzione meccanica del filosofo. Quanto più un uomo vi parrà ragionevole, tanto più lo troverete probo. Ove invece regnano il fanatismo e la superstizione, regnano anche le passioni e il furore. 1 il commercio: le relazioni, gli scambi. 2 economo: amministratore. 3 probità: onestà, rettitudine morale. L EPOCA E LE IDEE / 263

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento