I temi dell’opera

che più gli sono fedeli: dall amico Orazio, cui rimprovera la ragionevolezza e la disponibilità al compromesso; da Ofelia, che ha amato ma che ora rinnega come simbolo di fragilità fem minile, provocandone la pazzia e poi la morte. Unico momento di felicità è l arrivo a Elsinore di una compagnia di attori, cui Amleto affida una funzione decisiva: la rappresentazione di un crimine analogo a quello di Claudio, che induca quest ultimo a rivelarsi colpevole. Ma la trappola funziona soltanto in parte, e l azione, ancora una volta, resta incompiuta. Nulla veramente si compie, da parte di Amleto: ogni suo atto concreto è interrotto, o rin viato, o sbagliato (come l uccisione di Polonio). Egli appare costantemente in preda a uno sta to di malinconia e di accidia, che lo paralizza e lo rende inetto. «Amleto , ha scritto il po eta inglese Wystan Hugh Auden, «è intensamente assorbito da se stesso, e questo interesse egocentrico perdura fino all ultima scena della tragedia . La sua azione risiede altrove, sul piano della parola e dell intelletto: il suo strumento di offesa e di difesa non è la spada, ma la follia (vera o presunta che sia). A scoraggiare il protagonista a intraprendere iniziative, del resto, è anche il pessimismo di fondo che lo domina: «La spinta a uccidere chi ha ucci so, proveniente da un trascendente a dir poco ambiguo (come può un anima del purgatorio, quale il fantasma mostra di essere, incitare all assassinio?), collide con la visione di un mondo che non merita tanto sforzo e atti così radicali. Per Amleto uccidere non è un peccato morta le: è inutile. Nel mondo quale si espone ai suoi occhi e alla sua riflessione, il delitto di sangue non è che uno dei tanti epifenomeni [manifestazioni secondarie] del male, di un male desti nato sempre e comunque a prevalere (Manferlotti). Gli altri personaggi principali Politica e pazzia Amleto domina la scena dall inizio alla fine: è il protagonista incontrastato, e gli altri perso naggi assumono spessore e consistenza in base ai ruoli e alle funzioni che rivestono nei suoi confronti. Accanto a lui troviamo innanzitutto Ofelia, la bella figlia di Polonio, sorella di La erte. Il principe di Danimarca ne è innamorato, ma, convintosi del tradimento della madre, matura un sentimento di disgusto verso l intero genere femminile. Spinge così l innocente fanciulla a entrare in convento, determinandone la disperazione e la morte. Ci sono poi i due re: il defunto padre di Amleto, che compare sulla scena come fantasma, e Claudio, che ne ha usurpato il trono. Essi vengono continuamente opposti l uno all altro, in base a caratterizzazioni antitetiche: luce e buio, bene e male, spiritualità e materialità. Alla madre, Gertrude, il protagonista è legato da sentimenti contrastanti, che in base a un interpretazione della tragedia in chiave psicanalitica rivelerebbero in lui la presenza di un complesso di Edipo , giacché egli desidera ucciderne il marito, percepito come rivale. Accanto al fedele Orazio, che incarna la saggezza e il buon senso, compaiono infine al tri due giovani uomini: Fortebraccio, principe di Norvegia, che rappresenta, rispetto ad Am leto, una sorta di aiutante , risoluto nel proposito di vendicare il re ucciso; e Laerte, che, amato da Amleto come un fratello, ne diventa nemico dopo l uccisione del padre Polonio e la morte della sorella Ofelia. I TEMI DELL OPERA In base alla visione rinascimentale di un mondo governato dall ordine e dall armonia, gli atti di omicidio, incesto e usurpazione perpetrati da Claudio nel regno di Danimarca han no turbato e deturpato la naturale condizione delle cose. Tali crimini vengono metafori camente indicati come una malattia profonda, una sorta di cancro che sta corrodendo il paese dall interno (come afferma un personaggio minore nel primo atto, in una battuta diventata celebre: «C è del marcio in Danimarca ). La morte di Gertrude, avvelenata (sep L AUTORE / WILLIAM SHAKESPEARE / 201

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento