Il magnifico viaggio - volume 3

160 165 170 175 Don Chisciotte le domandò come si chiamava, per sapere, d allora in poi, a chi restava obbligato della grazia ricevuta, giacché pensava di renderla partecipe dell onore che si sarebbe guadagnato col valore del suo braccio. Ella rispose con molta umiltà che si chiamava la Tolosa, che era figlia di un ciabattino di Toledo, il quale stava presso le bottegucce di Sancho Bienaya e che lo avrebbe servito e tenuto in conto di suo signore dovunque ella si trovasse. Don Chisciotte le disse che, per amor suo, d allora in poi gli facesse la grazia di mettersi il don e di chiamarsi donna21 Tolosa. Ella glielo promise; l altra, poi, gli calzò gli sproni,22 e si svolse con questa quasi lo stesso colloquio che con quella della spada. Le domandò il suo nome ed ella disse di chiamarsi la Molinera e di essere figlia di un onorato mugnaio di Antequera; e anche a lei don Chisciotte chiese che si mettesse il don e si chiamasse donna Molinera, offrendole nuovi servigi e favori. Fatte, dunque, in fretta e come di galoppo tali cerimonie non mai viste fino allora, don Chisciotte non vide l ora di montare a cavallo e di partire in cerca d avventure; così, sellato subito Ronzinante, vi salì sopra e, abbracciato l ospite, gli disse cose tanto strane per ringraziarlo del favore di averlo armato cavaliere, che non è possibile riuscire a riferirle. L oste, desideroso di vederlo finalmente fuori della locanda, rispose alle sue con parole non meno enfatiche, quantunque più brevi, e lo lasciò andare alla buon ora23 senza chiedergli di pagare il conto dell alloggio. 21 donna: era un titolo di distinzione so- 22 sproni: speroni (gli arnesi applicati ai ciale (dal latino domina, padrona ). talloni con cui il cavaliere pungola il caval- lo affinché galoppi più veloce). 23 alla buon ora: in pace, con Dio. DENTRO IL TESTO La trasfigurazione della realtà I contenuti tematici Agli occhi di don Chisciotte ogni cosa, anche la più misera, diventa grande e meravigliosa: l osteria è un castello, l oste untuoso e approfittatore un nobile al quale chiedere l investitura cavalleresca, i mulattieri che vogliono abbeverare le loro bestie pericolosi assalitori. Il contrasto tra la realtà bassa (o addirittura sordida) e il travisamento continuamente operato dal protagonista in direzione nobilitante rende comica la situazione narrativa. La parodia dei rituali cavallereschi Don Chisciotte intende seguire tutto il complesso cerimoniale previsto non solo nei poemi, ma anche nell effettiva realtà cavalleresca per la nomina a cavaliere, come si vede nel rituale della veglia notturna del paladino, prima che le sue armi vengano consacrate alla difesa della fede e del sovrano. Cervantes ne fa però una spassosa parodia: anziché in una chiesa ci troviamo in uno squallido cortile; il libro liturgico viene sostituito dal registro contabile dell oste (su cui segnava la paglia e la biada che dava ai mulattieri, r. 146); tutto si svolge di notte alla luce di un mozzicone di candela (r. 147); ad assistere alla cerimonia sono, anziché nobili cavalieri, un garzone di bottega e due donne di infima condizione e dubbia moralità. L opposizione tra don Chisciotte e l oste A don Chisciotte, candido e ingenuo, si contrappone l oste, furbo e disonesto. Lo si vede da subito, nel momento in cui quest ultimo, approfittando dell inesperienza dell avventore, cita, quali terre di missione cavalleresca , tutta una serie di luoghi malfamati che in passato sono stati teatro delle sue ribalderie (seducendo molte vedove, violando alquante fanciulle, ingannando vari minorenni, r. 30). Ma è come se don Chisciotte, tutto preso dall imminente investitura a cavaliere, non ascoltasse questa parte del discorso. Tuttavia alla fine dell episodio i ruoli appaiono pressoché invertiti: la manifestazione di autentica follia offerta da don Chisciotte nel dare in escandescenze contro i mulattieri mette in allarme l oste, il quale, dopo aver pensato inizialmente di spillare denaro al bizzarro cliente, ora pensa bene di congedarlo senza chiedergli di pagare il conto dell alloggio (r. 177). 134 / IL SEICENTO

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento