Il magnifico viaggio - volume 3

30 35 40 45 50 55 60 65 70 8 filacce: bende. 9 disposto: stabilito. 75 la celerità dei suoi piedi e l abilità delle sue mani, commettendo molte ingiustizie, seducendo molte vedove, violando alquante fanciulle, ingannando vari minorenni e finalmente facendosi conoscere da tutte le preture e i tribunali che ci sono in quasi tutta la Spagna; da ultimo, era venuto a ritirarsi in quel suo castello dove viveva con i suoi beni e gli altrui, dando in esso asilo a tutti i cavalieri erranti di qualunque condizione e stato fossero, solo per il grande affetto che nutriva verso di essi e perché dividessero con lui i loro averi, in riconpensa delle sue buone disposizioni verso di loro. Gli disse anche che in quel suo castello non c era alcuna cappella dove poter vegliare in armi, perché l avevano demolita per rifarla nuova; ma egli sapeva che, in caso di necessità, la veglia si poteva fare ovunque, e che quella notte avrebbe potuto farla in un cortile del castello; l indomani, poi, a Dio piacendo, si sarebbero fatte le dovute cerimonie, in modo che egli fosse armato cavaliere, e tanto cavaliere come più non avrebbe potuto esserlo nessuno al mondo. Gli domandò se portava denaro; don Chisciotte rispose che non aveva un soldo, perché non aveva mai letto nelle storie dei cavalieri erranti che alcuno di essi ne avesse portato con sé. A ciò l ospite replicò che s ingannava; che se anche nelle storie non lo si scriveva, non essendo sembrato ai loro autori necessario scrivere una cosa di cui era tanto evidente la necessità, come quella di portar denari e camicie pulite, non per ciò si doveva credere che non ne portassero; quindi poteva ritener per certo, senza il minimo dubbio, che tutti i cavalieri erranti, di cui tanti libri son pieni zeppi, portavano le borse ben fornite per ogni eventualità; e portavano anche camicie e una cassettina piena di unguenti per risanare le ferite ricevute, perché non sempre nelle campagne o nei luoghi disabitati dove combattevano o restavano feriti c era chi li curasse, eccetto che non avessero per amico qualche mago sapiente che li soccorresse subito, portando per l aria, dentro una nube, qualche donzella o qualche nano con un ampolla d acqua tanto miracolosa che, inghiottendone qualche goccia, immediatamente guarivano dalle loro piaghe o ferite come se non avessero avuto mai nulla. Ma fintanto che questo non ci fosse, gli antichi cavalieri stimarono opportuno che i loro scudieri fossero provvisti di denaro e di altre cose necessarie, come filacce8 e unguenti per medicarsi; e se avveniva che quei cavalieri non avessero scudieri (il che capitava poche, anzi rare volte), si portavano tutto essi stessi in bisacce di poco spessore, che quasi non si vedevano, in groppa al cavallo, come se fossero qualcosa d altro di maggior valore, perché, se non per siffatta ragione, non era solitamente ammesso che i cavalieri erranti portassero bisacce; pertanto gli dava il consiglio, e avrebbe potuto anche ordinarglielo come a suo figlioccio, poiché presto lo sarebbe stato, che, da quel momento in poi, non si mettesse in viaggio senza denaro e senza provvedersi di quanto gli aveva detto; avrebbe visto come se ne sarebbe trovato bene, quando meno se l aspettava. Don Chisciotte gli promise di attenersi scrupolosamente al suo consiglio, e così fu subito disposto9 come dovesse fare la veglia d armi in un grande cortile che stava a fianco della locanda: don Chisciotte, dopo aver riunito tutte le armi, le mise su una pila accanto a un pozzo; poi, imbracciato lo scudo, impugnò la sua lancia e con nobile atteggiamento cominciò a passeggiare davanti alla pila; quando ebbe inizio il suo passeggio incominciava a far notte. L oste raccontò a tutti coloro che stavano nella locanda la follia del suo ospite, la veglia d armi e la investitura di cavaliere che aspettava. Stupiti di un così strano genere di pazzia, andarono a guardarselo da lontano e videro che in alcuni mo- L AUTORE / MIGUEL DE CERVANTES / 131

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento