Le prime opere
La bilancetta
Particolarmente interessante è il breve trattato La bilancetta, scritto nel 1586, mai stampato durante la vita dello scienziato, ma circolante in forma manoscritta tra i suoi studenti e amici: l’autore vi presenta il progetto di una bilancia idrostatica per la determinazione della densità dei corpi, a testimonianza dei suoi primi interessi nelle scienze applicate. Il modello a cui il giovane scienziato si ispira è Archimede, una predilezione significativa, dal momento che il celebre matematico siracusano era solito partire dalla risoluzione di problemi pratici per poi arrivare a formulare conclusioni di carattere generale, proprio come avrebbe poi fatto lo stesso Galileo.
Sidereus nuncius (Messaggero celeste)
Nel 1610 Galileo dà alle stampe il Sidereus nuncius, un breve trattato in lingua latina con il quale intende dare notizia delle sue prime scoperte astronomiche fatte grazie all’uso del cannocchiale: i monti e i crateri della Luna, i quattro satelliti di Giove (che chiama pianeti medicei, in onore del granduca Cosimo II de’ Medici, a cui dedica anche il trattato stesso), le caratteristiche della Via Lattea, le nebulose di Orione e delle Pleiadi.
Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono
Scritto nel 1612, è il primo testo con cui, dopo la pubblicazione del Sidereus nuncius, Galileo si difende dai sostenitori della tradizione scientifica. In quest’opera, scritta in volgare, egli sostiene l’infondatezza della posizione aristotelica secondo la quale sarebbe la forma dei vari corpi a determinarne il galleggiamento o l’affondamento.
Il Saggiatore
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento