T3 - Sublime specchio di veraci detti

T3

Sublime specchio di veraci detti

Rime, 167

In questo sonetto del 1786 il poeta delinea un proprio autoritratto, in cui alla descrizione dell’aspetto fisico segue quella del carattere e della psicologia.


METRO Sonetto.
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Audiolettura

Sublime specchio di veraci detti,

mostrami in corpo e in anima qual sono:

capelli, or radi in fronte, e rossi  pretti;

4      lunga statura, e capo a terra prono;


sottil persona in su due stinchi schietti;

bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;

giusto naso, bel labro, e denti eletti;

8      pallido in volto, più che un re sul trono:


or duro, acerbo, ora pieghevol, mite;

irato sempre, e non maligno mai;

11    la mente e il cor meco in perpetua lite:


per lo più mesto, e talor lieto assai,

or stimandomi Achille, ed or Tersite:

14    uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

In questo celebre sonetto, l’esaltazione della propria personalità esemplare si traduce nella convenzionale costruzione di un autoritratto ideale. Il componimento inaugura il fortunato genere della descrizione di sé, in cui si cimenteranno – per non fare che gli esempi più illustri – Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni, l’inglese George Byron e il francese François-René de Chateaubriand, indicando proprio questa lirica come modello.

 >> pagina 574

Il testo è divisibile in due parti. Nelle quartine compare un lungo elenco di qualità fisiche che descrivono l’autore: Alfieri ha capelli rossi ormai diradati, è alto, tiene il capo abbassato in segno di meditazione o forse perché chino sui libri, è magro, di carnagione chiara, ha occhi azzurri e, nel complesso, ha un aspetto che definisce sano.

Il pallore del volto, paragonato a quello di un re sul trono, prepara la seconda parte, in cui si analizza il carattere. La costruzione della frase si basa qui (si vedano i vv. 9-10) sull’accostamento di aggettivi appartenenti allo stesso campo semantico ma di significato opposto. Il poeta delinea così la propria indole soggetta a repentini cambi di umore (proprio come quella degli eroi delle sue tragedie): a tratti brusco e a tratti mite, sempre adirato ma mai malvagio e, soprattutto, con una parte razionale e una emotiva (mente e cor, v. 11) in perenne contrasto. L’umore oscilla dalla tristezza alla gioia, dall’autoesaltazione (quando si sente un Achille indomito e trionfante) al disprezzo di sé (quando si paragona invece al vile Tersite, che nell’Iliade sobilla la massa contro i re ma finisce per essere ridicolizzato dall’esercito greco: un’identificazione, questa, che forse assillava l’autore, abituato a inveire contro monarchi e tiranni).

Alla luce di questa descrizione Alfieri propone, in chiusura, una sentenza che va oltre l’ambito autobiografico: egli sostiene che il giudizio definitivo sul carattere di un individuo si possa stabilire soltanto al momento della morte. L’affermazione di carattere generale trasporta così l’autorappresentazione di sé in una dimensione più ampia e assoluta.

Le scelte stilistiche

La solennità del testo è resa dalla presenza di molte figure retoriche. Dopo l’apostrofe del primo verso, segue un’enumerazione che occupa le due quartine e forma una compatta sequenza descrittiva, conclusa dall’efficace metafora del re sul trono (v. 8), un richiamo diretto al tema della tirannide ricorrente in tutta l’opera alfieriana. Nelle terzine domina invece l’antitesi degli aggettivi (duro e acerbo contro pieghevol e mite, v. 9; irato opposto a non maligno, v. 10; mesto contro lieto, v. 12, e così via), rimarcata dall’antonomasia di Achille e Tersite (v. 13).

VERSO LE COMPETENZE

Comprendere

1 Fai la parafrasi del sonetto.


2 Quale tipo di carattere emerge dalla lirica?


3 Quali colori prevalgono nella descrizione dell’aspetto fisico?

Analizzare

4 Ricava lo schema delle rime.


5 Quale figura retorica riconosci nell’espressione Sublime specchio (v. 1)? Individua un altro esempio della stessa figura retorica.


6 A quali campi semantici fa riferimento il lessico utilizzato?


7 In bianca pelle, occhi azzurri (v. 6) c’è una figura retorica. Quale?

  • a Chiasmo.
  • b Climax.
  • c Metafora
  • d Iperbato.

Interpretare

8 C’è corrispondenza tra la descrizione fisica e quella caratteriale? Motiva la tua risposta.


9 Perché la morte viene vista come una sorta di giudice?

scrivere per...

ARGOMENTARE

10 Osserva a p. 583 il celebre ritratto di François-Xavier Fabre di Vittorio Alfieri. Rispetto al ritratto “a parole” fornito dal sonetto, quali somiglianze e differenze noti? Per quali motivi, secondo te? Scrivi al riguardo un testo espositivo-argomentativo di circa 20 righe.

DESCRIVERE

11 Sull’esempio della poesia, scrivi un tuo autoritratto di circa 15 righe in cui vi sia spazio sia per la descrizione fisica sia per quella del carattere e della psicologia.

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