INTRECCI ARTE - Moda e arredamento nel XVIII secolo

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Moda e arredamento nel XVIII secolo

Influssi di stile dall’Europa e dall’Oriente

La moda femminile

È dalla Francia che si diffonde, nel Settecento, la foggia più interessante e ricercata di abiti femminili, la cosiddetta robe à la française. Le industrie francesi si specializzano infatti nella produzione di tessuti e accessori per l’abbigliamento di lusso e da Parigi la moda dilaga in tutta Europa: gli abiti femminili sono composti solitamente da due gonne sovrapposte, con le maniche fermate all’altezza del gomito con un nastro, dalle quali fuoriescono guarnizioni di pizzo e merletto. La parte superiore è un corpetto molto stretto, irrigidito da stecche di balena, con un’ampia scollatura ovale o quadrata e con nastri intrecciati sul davanti. Il corsetto è coperto da un triangolo di stoffa riccamente decorato, con fiori o fiocchi, come nell’abito indossato in numerosi ritratti da Madame de Pompadour, la favorita di Luigi XV.

L’ebanisteria

Con il termine “ebanisteria” si indica la lavorazione artistica dei legni pregiati, tra cui quello che dà il nome alla tecnica, l’ebano. Questa essenza, che si trova in Africa ma anche in Corsica, ha la peculiarità di essere molto scura e lucida, e permette di ottenere effetti di particolare eleganza se combinata, a contrasto, con l’avorio e l’oro. Se fin dal Medioevo si utilizzava l’intarsio ligneo, è tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento che questa tecnica si diffonde nella Francia di Luigi XIV, grazie alla personalità di André-Charles Boulle (1642-1732), maestro ebanista del re. Grazie a un accurato procedimento, Boulle sovrappone lamine di materiali diversi, ritagliate secondo un disegno predefinito, e le combina con avorio, madreperla, tartaruga e metalli preziosi, creando oggetti di grande pregio.

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La porcellana settecentesca

Tradizionalmente si attribuisce a Marco Polo l’introduzione della porcellana in Europa, ma in realtà è solo nel Seicento, con l’istituzione della Compagnia britannica delle Indie Orientali, che le porcellane cinesi entrano nel mercato europeo, desiderate in ogni corte per la brillantezza dei colori e la purezza delle forme. Risalgono a quest’epoca anche i primi tentativi di impiantare manifatture di porcellana direttamente in Europa, per abbattere i costi di importazione: la porcellana diventa così il simbolo del passaggio dall’artigianato all’arte industriale, una svolta che si realizzerà a pieno solo nell’Ottocento.

A Meissen, in Germania, Augusto II, principe Elettore di Sassonia, dà vita a un laboratorio che inizialmente si dedica a studi magici e alchemici; solo in seguito gli artigiani si occupano della riproduzione della particolare ceramica orientale. Il 25 gennaio 1710 nasce così la prima manifattura di porcellana sul suolo europeo, che inizia a immettere prodotti sul mercato dal 1713; fino al 1719 la fabbrica di Meissen mantiene l’esclusiva, perché Augusto II fa rinchiudere l’alchimista scopritore della formula chimica, in modo che il segreto non possa essere diffuso. Le prime produzioni europee imitano i prototipi orientali non solo nella composizione dei materiali, ma anche nelle forme e nelle decorazioni, mentre la diffusione in Europa di tè e cioccolata calda richiede la realizzazione di nuovi contenitori adatti alle corti europee: servizi da tavola con teiere e caffettiere, nonché statuette che devono decorare le tavole dei signori, sostituendo le tradizionali figurine di zucchero o di cera.

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento