Parini compone quest’ode nel 1759 su un argomento proposto dall’Accademia dei Trasformati: l’aria. Allontanandosi decisamente dalle vuote idealizzazioni arcadiche della vita agreste, egli affronta il concreto problema dell’inquinamento atmosferico e ambientale. È una delle odi più direttamente connesse ai temi illuministici, e il suo interesse è legato soprattutto all’innesto di termini tecnici e concreti, di solito esclusi dal lessico poetico, in un contesto stilistico e formale elevato, a tratti aulico.
T1 - La salubrità dell’aria
T1
La salubrità dell’aria
Odi
Oh beato terreno
del vago Eupili mio,
ecco al fin nel tuo seno
m’accogli; e del natìo
5 aere mi circondi,
e il petto avido inondi.
Già nel polmon capace
urta sé stesso e scende
quest’▶ etere vivace,
10 che gli egri spirti accende,
e le forze rintegra,
e l’animo rallegra.
Però ch’austro scortese
qui suoi vapor non mena:
15 e guarda il bel paese
alta di monti schiena,
cui sormontar non vale
Borea con rigid’ale.
Né qui giaccion paludi,
20 che dall’impuro letto
mandino a i capi ignudi
nuvol di morbi infetto:
e il meriggio a’ bei colli
asciuga i dorsi molli.
25 Pera colui che primo
a le triste ozïose
acque e al fetido limo
la mia cittade espose;
e per lucro ebbe a vile
30 la salute civile.
Certo colui del fiume
di Stige ora s’impaccia
tra l’orribil bitume,
onde alzando la faccia
35 bestemmia il fango e l’acque,
che radunar gli piacque.
Mira dipinti in viso
di mortali pallori
entro al mal nato riso
40 i languenti cultori;
e trema o cittadino,
che a te il soffri vicino.
Io de’ miei colli ameni
nel bel clima innocente
45 passerò i dì sereni
tra la beata gente,
che di fatiche onusta
è vegeta e robusta.
Qui con la mente sgombra,
50 di pure linfe asterso,
sotto ad una fresc’ombra
celebrerò col verso
i villan vispi e sciolti
sparsi per li ricolti;
55 e i membri non mai stanchi
dietro al crescente pane;
e i baldanzosi fianchi
de le ardite villane;
e il bel volto giocondo
60 fra il bruno e il rubicondo,
dicendo: Oh fortunate
genti, che in dolci tempre
quest’aura respirate
rotta e purgata sempre
65 da venti fuggitivi
e da limpidi rivi.
Ben larga ancor natura
fu a la città superba
di cielo e d’aria pura:
70 ma chi i bei doni or serba
fra il lusso e l’avarizia
e la stolta pigrizia?
Ahi non bastò che intorno
putridi stagni avesse;
75 anzi a turbarne il giorno
sotto a le mura stesse
trasse gli scelerati
rivi a marcir su i prati
e la comun salute
80 sagrificossi al pasto
d’ambizïose mute,
che poi con crudo fasto
calchin per l’ampie strade
il popolo che cade.
85 A voi il timo e il croco
e la menta selvaggia
l’aere per ogni loco
de’ varj atomi irraggia,
che con soavi e cari
90 sensi pungon le nari.
Ma al piè de’ gran palagi
là il fimo alto fermenta;
e di sali malvagi
ammorba l’aria lenta,
95 che a stagnar si rimase
tra le sublimi case.
Quivi i lari plebei
da le spregiate crete
d’umor fracidi e rei
100 versan fonti indiscrete;
onde il vapor s’aggira,
e col fiato s’inspira.
Spenti animai, ridotti
per le frequenti vie,
105 de gli aliti corrotti
empion l’estivo die:
spettacolo deforme
del cittadin su l’orme!
Né a pena cadde il sole
110 che vaganti latrine
con spalancate gole
lustran ogni confine
de la città, che desta
beve l’aura molesta.
115 Gridan le leggi, è vero;
e Temi bieco guata:
ma sol di sé pensiero
ha l’inerzia privata.
Stolto! E mirar non vuoi
120 ne’ comun danni i tuoi?
Ma dove ahi corro e vago
lontano da le belle
colline e dal bel lago
e da le villanelle,
125 a cui sì vivo e schietto
aere ondeggiar fa il petto?
Va per negletta via
ognor l’util cercando
la calda fantasìa,
130 che sol felice è quando
l’utile unir può al vanto
di lusinghevol canto.
DENTRO IL TESTO
I contenuti tematici
L’inizio dell’ode celebra il ritorno al paese natio: da Milano, dove abita da anni, Parini torna in Brianza, sul lago di Pusiano, nella sua Bosisio d’origine. L’esordio idilliaco, però, lascia presto il posto a una fiera invettiva (che inizia al v. 25): a fare da raccordo è la quarta strofa (vv. 19-24), nella quale si insinuano già, nell’ambito della serena descrizione rurale, termini grevi e immagini fosche: paludi (v. 19), impuro letto (v. 20), nuvol di morbi infetto (v. 22), seppur evocate per negazione (Né qui giaccion, v. 19).
L’avidità e la sete del lusso hanno invece corrotto la vita urbana: l’accenno implicito alla vita dissipata dell’aristocrazia si fa evidente quando Parini cita le ambizïose mute (v. 81), cioè le pariglie di cavalli che tirano le carrozze, le quali a loro volta mettono in pericolo i passanti (immagine che tornerà nell’ode La caduta – ▶ T2, p. 488 – e nel Giorno). Ai profumi che allietano l’ambiente campestre si contrappone il fetore malsano che ammorba la città, dei cui abitanti viene stigmatizzata l’abitudine di versare le deiezioni per strada (vv. 97-102).
L’ode si conclude con un nuovo riferimento alla bellezza della vita agreste e, nell’ultima strofa, con una dichiarazione di poetica in cui l’autore afferma il proprio intento di unire l’utile […] al vanto / di lusinghevol canto (vv. 131-132), secondo il motivo oraziano del miscere utile dulci (“mescolare l’utile al piacevole”).
Le scelte stilistiche
Il componimento è un esempio rappresentativo dello stile poetico razionalistico di Parini. Rinnovando la forma aulica dell’ode – che, solitamente utilizzata a fini encomiastici, è qui impiegata per trattare contenuti di stretta attualità –, l’autore dà vita a una struttura molto equilibrata. Quasi ogni strofa si conclude con un punto fermo (o con un punto interrogativo o esclamativo), portando a termine così un pensiero compiuto; fa eccezione la sequenza collocata ai vv. 49-66, che si trova non a caso al centro del componimento: qui il periodo si distribuisce su tre strofe, per offrire in ogni dettaglio la descrizione puntuale della vita di campagna.
VERSO LE COMPETENZE
Comprendere
1 Riassumi il contenuto dell’ode in circa 10 righe.
2 Quali aspetti positivi dei suoi luoghi d’origine mette maggiormente in evidenza Parini?
3 Da che cosa è stato causato l’inquinamento dell’aria cittadina?
Analizzare
4 Individua nel testo, oltre a quelli già indicati nell’analisi, alcuni esempi di lessico classicheggiante e di lessico realistico e completa la tabella.
Vocaboli classicheggianti |
Vocaboli realistici |
5 Che figura retorica è dietro al crescente pane (v. 56)?
Interpretare
6 Quali soluzioni sembra indirettamente suggerire Parini ai problemi esposti nel componimento?
7 Ma chi i bei doni or serba / fra il lusso e l’avarizia / e la stolta pigrizia? (vv. 70-72): commenta questi versi alla luce delle posizioni di Parini sulla nobiltà.
SVILUPPARE IL LESSICO
8 Individua nel testo almeno cinque termini aulici che potrebbero essere sostituiti da un sinonimo di ambito “scientifico”. Per esempio, acque ozïose → acque stagnanti.
Educazione CIVICA – Spunti di realtà
OBIETTIVO
11 CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI
Stolto! E mirar non vuoi / ne’ comun danni i tuoi? (vv. 119-120): Parini invita a considerare che i danni fatti a ciò che è di tutti (la natura, gli ambienti comuni, gli arredi urbani e così via) si ritorcono anche contro il singolo che li procura.
• Rifletti su questo aspetto, facendo riferimento a concrete situazioni della società in cui vivi, in un testo argomentativo di circa 40 righe.
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento