CONCETTA (sgarbata) Lucarié, io adesso mi sono alzata. Se mi date il permesso di
vestirmi per andare a fare la spesa, bene, e se no ci sediamo e ci mettiamo agli
70 ordini di Lucariello. (siede e incrocia le braccia).
LUCA (aggressivo) Non l’hai squagliata ancora?
CONCETTA No.
LUCA E io aieressera che te dicette?22 “Domani mattina, appena ti svegli, prima di
fare il caffè, squaglia la colla, perché se no non posso lavorare e il Presepio non
75 è pronto per domani”.
CONCETTA (si alza di scatto, prende il barattolo della colla e si avvia per la sinistra) Ecco
pronto, andiamo a squagliare la colla, così stamattina mangiamo colla! Quando
viene Natale è un castigo di Dio! (esce e si sente la sua voce che si allontana)
Colla, pastori… puzza ’e pittura!
80 LUCA (gridando come per sopraffare gli apprezzamenti della moglie) Sei vecchia, ti sei fatta
vecchia! (finalmente decide di alzarsi; scende dal letto, si avvicina alle sacre
immagini sul comò, e facendo un piccolo inchino e sollevando lo sguardo mistico verso i
santi, si fa il segno della croce; si avvicina poi alla sedia ai piedi del letto, prende i
pantaloni lisi, e se li infila non senza difficoltà; poi torna verso il comodino, si mette in
85 testa il berretto appeso alla testata del letto, tenta di bere il caffè, ma il cattivo sapore
lo costringe a sputare il sorso; ancora tremante per il freddo, si rimbocca le maniche
della camicia, sbadiglia e si avvia verso il lavabo; intona la stessa litania con cui
Concetta ha svegliato lui, per svegliare il figlio Tommasino) Tummasì, Tummasì, scétate
songh’ ’e nnove! (Tommasino non risponde) Io lo so che stai sveglio, è inutile
90 che fai finta di dormire. (riempie la bacinella d’acqua, si insapona le mani e di tanto
in tanto si rivolge ancora a Tommasino) Tommasì, scétate songh’ ’e nnove. E
questo vuoi fare! Vedete se è possibile; nu cetrulo luongo luongo23 che dorme
fino a quest’ora! Io, all’età tua, alle sette e mezza saltavo dal letto come un grillo
per accompagnare mio padre che andava a lavorare. Lo accompagnavo fino
95 alla porta, ci baciavo la mano… perché allora si baciava la mano al genitore…
poi me ne tornavo e mi coricavo un’altra volta. (ora si insapona la faccia e si lava
il viso abbondantemente. Non trova l’asciugamani e fa sforzi incredibili perché i
rivoli dell’acqua non gli corrano per la schiena. Finalmente trova l’asciugamani e si
asciuga il volto. Si rivolge al figlio con più autorità) Hai capito, svegliati? (visto che
100 Tommasino non gli risponde, abbozza per quieto vivere) È meglio ca nun te dongo
retta, se no ci facciamo la croce a prima matina.24