Le opere minori
Della cultura economico-finanziaria di Beccaria è frutto la sua prima opera, scritta nel 1762 dietro consiglio di Pietro Verri: Del disordine e de’ rimedi delle monete nello stato di Milano nell’anno 1762. Stampato a Lucca, il saggio tratta infatti dei problemi, discussi in quegli anni a Milano, relativi alla gestione della zecca e ai criteri con cui venivano coniate le monete.
Lo scritto mostra già l’abilità dell’autore nel confutare le idee correnti e nel proporre misure alternative sull’argomento in discussione, come avverrà di lì a poco, sulle questioni penali, con Dei delitti e delle pene (▶ p. 359).
A questi anni, che segnano il tentativo di una carriera di scrittore autonoma dalla tutela e dalla guida dei fratelli Verri, risale anche il progetto incompiuto del Ripulimento delle nazioni, un saggio che avrebbe dovuto unire lo studio dell’economia politica alla riflessione sull’evoluzione della civiltà e alla filosofia della Storia.
Accanto agli scritti derivanti dal suo lavoro nell’amministrazione dello Stato di Milano – cospicui per quantità – va infine ricordata un’opera pubblicata postuma nel 1804 a partire da manoscritti circolati mentre l’autore era in vita. Si tratta degli Elementi di economia pubblica, frutto delle sue lezioni di Scienze camerali alle Scuole Palatine di Milano.
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento