T3 - La morte di Ofelia

T3

La morte di Ofelia

Amleto, atto IV, scena VII; atto V, scena I

Mentre Amleto finge di essere pazzo per appurare la verità sulla morte di suo padre, Ofelia impazzisce davvero. Il principe di Danimarca, che prima le aveva promesso il suo amore, l’ha abbandonata e ha ucciso suo padre, Polonio. La fanciulla vaga farneticando, cantando canzoni d’amore e intrecciando ghirlande di fiori, finché, non reggendo più il peso della disperazione, si abbandona alla propria fine. Le parole della regina illustrano le circostanze della sua tragica morte; nel frattempo, Amleto torna dall’Inghilterra – dove era stato mandato per una missione, in realtà una trappola tesagli dal re – e apprende che Ofelia è morta.

ATTO IV, scena settima

regina Un dolore calpesta l’altro, tanto

essi si succedono. Tua sorella è annegata, Laerte.

laerte Annegata? Ah! Dove?

regina In quel ruscello dove un salice sghembo

5      specchia le sue brinate1 foglie nella corrente vitrea;2

là ella intrecciava fantastiche ghirlande

di ranuncoli, d’ortiche, di margherite,

e di quelle lunghe orchidee purpuree3

alle quali i franchi4 pastori danno un nome più volgare,

10    ma che le nostre fredde5 vergini chiamano dita di morte;

e lassù, mentre s’arrampicava per appendere

i suoi diademi6 d’erba alle pendute fronde dell’albero,

un invidioso ramo si ruppe, e quei trofei7

ed ella stessa caddero nel ruscello. Le sue vesti

15    si gonfiarono intorno e la sostennero

per qualche tempo come una sirena,

mentre ella intonava spunti8 di vecchie canzoni,

quasi fosse inconscia della propria sventura,

o come una figlia dell’acqua, familiare

20    a quell’elemento. Ma per poco, poiché le sue vesti,

pesanti per l’acqua assorbita, trascinarono l’infelice

dal suo melodioso canto a una fangosa morte.

laerte Ahimè, è dunque annegata!

regina Annegata, annegata!

25    laerte Tropp’acqua è su te, povera Ofelia,

e mi vieto le lacrime.9 Eppure è nostro costume:

la natura reclama i suoi diritti,

anche se la vergogna vi si opponga.10

Quando il pianto sarà finito non avrò

30    più nulla di femmineo in me. Addio, mio sovrano;

ho parole di fuoco11 che vorrebbero

fiammeggiare, ma questa sciagura le spegne. Esce

re Seguiamolo, Gertrude. Ho faticato assai

a calmare la sua ira e non vorrei

35    che quant’è accaduto lo accendesse ancora.

È meglio tenerlo d’occhio. Escono


ATTO V, scena prima

amleto Come? La bella Ofelia?

regina Dolci fiori alla dolce Ofelia: addio.

Io speravo che tu diventassi la sposa

40    del mio Amleto; pensavo che con questi

avrei adornato il tuo letto di sposa

e non già che avrei dovuto spargerli sulla tua tomba.

laerte Oh, che una pena tre volte maggiore

cada dieci volte triplicata su quella maledetta testa

45    che ti ha vilmente privata della ragione!12

Non buttatele la terra sopra, finché io

non l’abbia stretta un’altra volta fra le braccia.

Balza nella fossa

Ed ora ammassate la vostra polvere sul vivo e sulla morta

50    finché avrete fatto di questo piano un monte

più alto del Pelio o della vetta celeste

dell’Olimpo.13

amleto Chi è Colui

che si duole con tanta enfasi? Chi invoca

55    le stelle e le fa star ferme come ascoltatrici

trafitte di stupore? Eccomi qui,

Amleto di Danimarca. Balza anch’egli nella fossa

laerte Il diavolo si pigli l’anima tua!

amleto Bel modo di pregare!

60    Ed ora levami le dita dalla gola perché,

sebbene io non sia bilioso14 né avventato,

c’è in me qualcosa che la tua prudenza

può ben temere. Via la mano!

re Separateli.

65    regina Amleto! Amleto!

tutti Signori!

orazio Calmatevi, mio buon signore.

amleto Su questo argomento son pronto a misurarmi con lui

finché le mie ciglia non smettano di battere.

70    regina Su che, figlio mio?

amleto Amavo Ofelia; nemmeno l’amore

di quarantamila fratelli farebbe tornare il conto

del mio amore.15 Che vuoi fare per lei?

re È pazzo, Laerte.

75    regina Sopportalo, per amor di Dio.

amleto Sangue di Dio, lo vedremo ciò che farai!

Vuoi piangere? Vuoi batterti? Vuoi digiunare?

Vuoi farti a pezzi? Vuoi bere dell’aceto?

O mangiare un coccodrillo? Io lo farò.

80    Vieni qui per piagnucolare? e per farti bello

in faccia a me, saltando nella sua tomba?

Fatti seppellire con lei, ed io farò lo stesso.

E se tu chiacchieri di montagne, si gettino allora

tonnellate di terra su noi finché questo suolo

85    arrostendosi la cocuzza alla zona torrida

faccia sembrare l’Ossa una semplice verruca!16

Non berciare,17 perché so farlo meglio di te!

regina È pura pazzia. Ora l’accesso18 agirà per un po’ di tempo;

poi, paziente come la colomba

90    quando la sua bionda covata si schiude alla luce,

rimarrà a lungo silenzioso e inerte.

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DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Ofelia muore, circondata dai fiori, nella purezza dell’acqua, «il più femminile degli elementi, in cui si adagia obbediente e annega» (Fusini): è una fine che riflette il tenore della sua vita di creatura semplice e innocente. La splendida descrizione che ne fa Gertrude, esprimendo compassione e utilizzando una particolare dolcezza nel rievocare gli ultimi istanti di vita della ragazza, è «uno dei rari casi in cui la regina mostri barlumi di vera umanità» (Manferlotti). La fanciulla è paragonata a una sirena, «con cui ha in comune la grazia, il fascino del canto e il momentaneo galleggiare sulle onde» (Morosini), sostenuta dagli abiti che poi, appesantiti dall’acqua, la trascineranno sul fondo melmoso. Il ruscello allude simbolicamente allo scorrere del tempo e all’inevitabile approdo alla morte; i fiori, da ornamento della bellezza femminile, diventano un omaggio funebre.

Alla notizia della morte di Ofelia, il fratello Laerte esprime tutto il proprio dolore. Il re finge ipocritamente di voler evitare che egli commetta qualche sproposito contro Amleto (Ho faticato assai / a calmare la sua ira e non vorrei / che quant’è accaduto lo accendesse ancora, vv. 33-35), ma in realtà la cosa gli farebbe decisamente comodo. Per parte sua, il principe, entrato in scena, dà in escandescenze contro Laerte, protestando che il proprio dolore per la scomparsa della fanciulla è altrettanto sincero di quello del fratello. Soltanto ora che Ofelia è morta egli sembra poter pronunciare quella dichiarazione d’amore la cui negazione aveva portato alla disperazione la giovane: Amavo Ofelia; nemmeno l’amore / di quarantamila fratelli farebbe tornare il conto / del mio amore (vv. 71-73). Il principe è turbato e sconvolto, e la sua pazzia non sembra più una finzione, divenendo invece autentica; d’altra parte, la morte di Ofelia anticipa tragicamente quella dello stesso protagonista.
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VERSO LE COMPETENZE

Comprendere

1 Riassumi il brano letto in massimo 15 righe.


2 Che cosa significa la frase pronunciata dalla regina Un dolore calpesta l’altro, tanto / essi si succedono (vv. 1-2)?


3 Da che cosa nasce lo scontro fra Amleto e Laerte?

Analizzare

4 In quale stagione dell’anno possiamo collocare la morte di Ofelia? Da che cosa lo deduci?


5 Quali elementi presenti nella descrizione del luogo in cui Ofelia si recava a intrecciare ghirlande di fiori ne fanno presagire la morte?


6 Individua gli elementi iperbolici presenti nelle lamentazioni funebri di Laerte e di Amleto.


7 Quale ti sembra il ruolo della regina nella vicenda?

Interpretare

8 Quale concezione di mascolinità e femminilità emerge dalle parole di Laerte?


9 L’autore lascia un margine di dubbio: Ofelia annega per una disgrazia o per suicidio? Qual è la tua impressione? Motiva la risposta.


10 Confronta il dolore di Amleto con quello di Laerte. Ti sembrano sentimenti sinceri? Uno più dell’altro oppure allo stesso modo? perché?

Una rappresentazione anche troppo realistica

Nel 1848, in netta polemica con le prime Grandi Esposizioni londinesi, che celebrano il progresso materiale della civiltà europea, un gruppo di studenti della Royal Academy, accomunati dal disagio verso la società industriale, fonda la “Confraternita dei Preraf­faelliti”. Questi artisti guar­da­no, come fonte di ispirazione, a un Medioevo in cui natura, cultura, arte e artigianato convivevano liberamente, prima delle degenerazioni imposte dalla modernità e dall’arte di Raffaello, a loro giudizio vuota. In quest’attenzione al passato, i personaggi delle tragedie di Shakespeare diventano spesso un soggetto privilegiato: l’Ofelia di Millais (1829-1896), per esempio, rappresenta la fanciulla mentre si lascia annegare, immersa in una natura colta dall’occhio osservatore del pittore in ogni minimo dettaglio. Per rendere appieno gli effetti dell’acqua sull’abito, il pittore tenne la modella, Elizabeth Siddal, in una vasca da bagno riscaldata al minimo, tanto che la donna si ammalò gravemente.

Il magnifico viaggio - volume 3
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Il Seicento e il Settecento