Specchi incantati - Quaderno di scrittura

SCRIVERE PER d. I film senza parole, quelli che hanno incantato i primi spettatori della storia del cinema raccontando avventure appassionanti, creando divi tuttora venerati, tornano alla ribalta grazie al nuovissimo Portale del Cinema Muto (www.ilcinemamuto.it) realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, con il sostegno del Mibact, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, con la Cineteca del Friuli e con altri analoghi organismi. L obiettivo, spiega il Presidente del Csc Felice Laudadio, è «fornire a chi ama il cinema uno strumento straordinario per conoscerne le radici. Il cinema muto costituisce le fondamenta di quello attuale, pensiamo al genio di Charlie Chaplin e alla sua immensa eredità . Insomma, non ci si stupisca nell apprendere che tra i primi a manifestare entusiasmo per l iniziativa c è Carlo Verdone che, svela Laudadio, «si è laureato proprio con una tesi sul cinema muto, assistito , come dice lui, dal padre Mario . Grazie al digitale è possibile salvaguardare «un patrimonio filmografico mondiale il cui 70% è già stato irrimediabilmente distrutto . Sul Portale potranno essere viste pellicole leggendarie come La presa di Roma (primo film proiettato in Italia nel 1905), riscoperte stelle dell epoca come Francesca Bertini e Lydia Borrelli, riguardate gag di comici come lo spagnolo Robinet, divenuto famoso in Italia dopo l ingaggio (nel 1910) della casa cinematografica torinese «Ambrosio Film . Fulvio Caprara, Il cinema delle origini rivive grazie al digitale, in Il Corriere della Sera , 17 luglio 2017 PER LA PARAFRASI: modifica anche le citazioni, trasformando il discorso diretto in indiretto. PER IL RIASSUNTO: crea l abstract dell articolo, destinato a una pubblicazione online (massimo 40 parole). e. Ho una bestiola, una gatta: il suo nome è Minna. Ciò ch io le metto nel piatto, essa mangia, e ciò che le metto nella scodella, beve. Sulle ginocchia mi viene, mi guarda, e poi dorme, tale che mi dimentico d averla. Ma se poi, memore, a nome la chiamo, nel sonno un orecchio le trema: ombrato dal suo nome è il suo sonno. Se penso a quanto di secoli e cose noi due divide, spaùro. Per me spaùro: ch essa di ciò nulla sa. Ma se la vedo con un filo scherzare, se miro l iridi sue celesti, l allegria mi riprende. I giorni di festa, che gli uomini tutti fan festa, di lei pietà mi viene, che non distingue i giorni. Perché celebri anch essa, a pranzo le do un pesciolino; né la causa essa intende: pur beata lo mangia. Il cielo, per armarla, unghie le ha dato, e denti: ma lei, tanto è gentile, sol per gioco li adopra. Pietà mi viene al pensiero che, se pur la uccidessi, processo io non ne avrei, né inferno, né prigione. Tanto mi bacia, a volte, che d esserle cara io m illudo, ma so che un altra padrona, o me, per lei fa uguale. Mi segue, sì da illudermi che tutto io sia per lei, ma so che la mia morte non potrebbe sfiorarla Elsa Morante, Minna la siamese, in Alibi. Con Quaderno inedito di Narciso , Einaudi, Torino 2012 82 69164D_48P0871_INTE_BAS@0082.pgs 01.10.2018 10:18

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Antologia primo biennio