Specchi incantati - Quaderno di scrittura

L INTERVISTA In realtà l obiettivo di queste aziende è entrare nei mercati di Asia o Africa o America Latina sostituendosi a istituzioni scolastiche spesso assenti o molto carenti. La loro speranza è che i governi facciano accordi con i grandi colossi per acquistare corsi scolastici online senza investire un sacco di soldi nella creazione e gestione di scuole e università. [ ] Non c è il rischio che, nelle istituzioni scolastiche, a causa di contenuti digitalizzati replicabili ovunque e prodotti dalle imprese private, si diffonda una sorta di pensiero unico ? Qualche anno fa c era un ondata di ottimismo. Tutti pensavano che con i corsi denominati MOOC (Massive Open Online Courses), l istruzione online, a distanza, potesse prendere piede ovunque, ma abbiamo visto che non è così. Le aziende hanno scoperto che il costo dell istruzione online è molto alto e non produce abbastanza guadagni. Quindi è stato in parte abbandonato. Mentre si è sviluppata molto la cosiddetta business education, vale a dire la formazione e l aggiornamento nei luoghi di lavoro dei manager. Si tratta comunque di mercati instabili. Manca una filosofia pubblica a tale riguardo, mentre i privati, per loro natura, investono volta volta dove è più conveniente. Può essere che in una data fase convenga puntare sulla sanità abbandonando settori come l istruzione; in un altra fase potrebbero fare scelte ancora diverse. E al settore pubblico non resta che subire tali scelte. Del resto anche l università e la scuola vivono tempi difficili per via della crisi economica. Mancando i fondi, molte imprese del settore pubblico si rivolgono alle aziende private della Silicon Valley sperando che possano intervenire in settori come la sanità, la scuola, i trasporti. A guidare queste speranze è l idea che si possa fare di più con meno: do more with less. Paradossalmente questo slogan, do more with less, è tipico degli hacker ma anche di personaggi politici alla Margaret Thatcher. Come valuta l atteggiamento dei giovani e giovanissimi verso la rete? Vede il rischio di una totale omologazione o mostrano già di saper fare un uso consapevole della rete? Succede quello che succedeva agli albori della TV, o quando si è diffuso un certo tipo di fumetti. Si cercano nemici per additarli come i colpevoli delle crisi sociali e culturali che viviamo. Credo ci sia molto di buono nella rete. Io, ad esempio, ho studiato l italiano e altre lingue con il mio telefonino e il mio iPad, ho studiato parole, regole, fatto esercizi anche in viaggio. E la rete mi consente di personalizzare il mio studio. A questo non voglio rinunciare. Ma ovviamente in rete c è anche tanta spazzatura. Per molti genitori la tecnologia ha sostituito la baby sitter o la loro presenza, si preferisce mettere in mano ai figli un iPad. Si richiede alla tecnologia un aiuto per supplire a mancanze che sono di altro tipo: mancanza di tempo, stress da troppo lavoro, ecc. Ovvio che non è un problema o una colpa solo della Silicon Valley, ci sono responsabilità anche dei genitori. Infine ci sono mutamenti anche cognitivi. A tre, quattro anni i bambini usano già questi dispositivi. Sicuramente ciò ha un effetto anche sui processi di apprendimento, qualcosa cambia anche nel cervello. Questi cambiamenti vanno studiati in modo scientifico, non politico , non si possono demonizzare tout court. www.lavitascolastica.it Esercizio 2 Prepara introduzione e domande per un intervista al personaggio pubblico (vivente o no) che ha contato di più nella tua vita sino a ora. Scegli la sede di pubblicazione della tua intervista e, sulla base del tuo pubblico, poni al tuo mito domande che siano interessanti e comprensibili per tutti. Svolgi l esercizio sul quaderno. Esercizio 3 Scrivi sul quaderno un intervista a te stesso tra 30 anni. Il pubblico che leggerà il testo è quello di un grande quotidiano nazionale: rivestirai infatti un ruolo di grande responsabilità. 199 69164D_48P0871_INTE_BAS@0199.pgs 01.10.2018 10:15

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Antologia primo biennio