Specchi incantati - volume C

L EPICA OMERICA Il bardo con il guslar Il bosniaco di etnia montenegrina Avdo Me edovi (1875-1953) è il più celebre dei bardi incontrati da Milman Parry in occasione delle sue ricerche sulla trasmissione orale dell epica nei Balcani. Si tratta di un suonatore di guslar (lo strumento riprodotto nella fotografia) che era in grado di cantare poemi lunghi quasi quanto l Iliade. Ritratto fotografico di Avdo Med edovic . Al fianco delle tesi analitiche che ponevano in risalto le stratificazioni del testo e le incoerenze, ma non rendevano giustizia all unitarietà dei poemi si svilupparono anche opinioni discordanti che diedero vita a una scuola unitaria, che ipotizzava l esistenza di un unico autore per ciascuna o per entrambe le opere. Soprattutto all inizio del Novecento, grazie al contributo di filologi tedeschi come Ulrich von Wilamowitz (1848-1931) e Wolfgang Schadewaldt (1900-1974), prevalse la tesi che un solo poeta, vissuto intorno all VIII secolo a.C., avesse sì raccolto materiali preesistenti, ma rielaborandoli in modo autonomo e con grande, personale forza creativa. La teoria oralistica Una svolta decisiva negli studi omerici venne dalle ricerche dello statunitense Milman Parry (1902-1935). Dopo aver studiato le tecniche compositive di cantori di gesta serbi, Parry intuì che la presenza costante di formule, cioè di espressioni o versi interi ripetuti, identici o con leggere variazioni, non costituiva un banale errore ricorrente, bensì la prova che l epica omerica fosse il frutto di una lunghissima elaborazione orale. La formula costituiva la cellula della struttura linguistica omerica e la somma di tutte le formule rappresentava a sua volta un vero e proprio prontuario mnemonico , cioè una sorta di manuale di epiteti e frasi a disposizione dell aedo nelle sue esecuzioni. Quest ultimo, tuttavia, non riproduceva meccanicamente una storia sempre uguale a se stessa, ma la trasformava in continuazione, modificando, tagliando e adattando gli episodi alla sensibilità del pubblico, senza mai rinunciare del tutto alla propria creatività. In tal modo si sottolineava il rapporto strettissimo tra l aedo e il suo pubblico, partecipi di un medesimo patrimonio culturale: quel che contava davvero nell epica greca non era tanto sapere come andasse a finire la storia, quanto riascoltarla in diverse occasioni ed emozionarsi con lo stesso entusiasmo e trasporto della prima volta. 89 80079D_48P1013_INTE_BAS@0089.pgs 17.12.2019 13:35

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Epica