1. La questione omerica

L EPICA OMERICA 1. LA QUESTIONE OMERICA Un enigma irrisolto Lo storico Erodoto di Alicarnasso, vissuto nel V secolo a.C., riteneva che l autore dell Iliade e dell Odissea, noto a tutti con il nome di Omero, fosse vissuto quattrocento anni prima di lui. Da allora non si è smesso di discutere intorno all esistenza e all attività di questa figura: nonostante i progressi delle ricerche linguistiche e archeologiche, essa resta ancora oggi avvolta nel mistero. Per gli antichi Greci Omero era un aedo, un cantore cieco con il dono della creatività poetica (secondo una discussa etimologia il termine greco h meros significherebbe, infatti, cieco ). Alcuni sostenevano che fosse discendente di Orfeo, mitico poeta della Tracia che avrebbe avuto il potere di piegare e incantare al suono della sua lira ogni essere animato e ogni elemento della natura. Benché non si conosca con precisione il suo luogo d origine, pare ormai assodato che provenisse dalla Ionia, regione dell Asia Minore affacciata sul mar Egeo, nell attuale Turchia. Smirne, l isola di Chio e Colofone erano i centri della civiltà ionia che si vantavano di aver dato i natali a Omero. Dopo Erodoto si iniziò presto a mettere in dubbio che un solo uomo avesse potuto comporre due opere così diverse tra loro per contenuto e stile: l Iliade, infatti, è il poema della guerra, l Odissea del viaggio e dell avventura. Nell età ellenistica il periodo storico seguito alla morte di Alessandro Magno, caratterizzato dal fiorire di studi letterari sugli autori e le opere del passato si fecero strada le prime ipotesi separatiste, accreditate da alcuni commentatori (detti khor zontes, appunto separatori ), che suffragavano l esistenza di due autori distinti, uno per ciascuna opera. Analitici e unitari La cosiddetta questione omerica divampò soprattutto in epoca moderna, quando il filosofo italiano Giambattista Vico (1668-1744) propose di considerare Un ritratto immaginato Omero è esistito davvero? Che volto aveva? Che età? Fin dall epoca antica gli artisti hanno voluto ritrarre il mitico aedo fissando le sue caratteristiche in una fisionomia che è entrata a far parte del nostro immaginario: un uomo anziano, dalla lunga barba bianca e dai riccioli che cadono lungo le tempie. Un uomo cieco, per questo in grado di rivolgere lo sguardo verso l altrove della poesia. Qui lo vediamo raffigurato in un busto di età ellenistica e poi nel Parnaso che Raffaello dipinse in una delle celebri Stanze vaticane: in questo affresco, Omero occupa un posto importantissimo, tra Dante e Virgilio, sul monte sacro ad Apollo e alle Muse. Busto di Omero, 330-320 a.C. Raffaello, Il Parnaso (gruppo con Omero), 1510-1511. 87 80079D_48P1013_INTE_BAS@0087.pgs 17.12.2019 13:35

Specchi incantati - volume C
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