Specchi incantati - volume C

Virgilio | UNIT 1 A tu per tu con il testo La vita impone talora dolori che l animo umano sembra non essere in grado di sopportare: quello di Didone per la partenza di Enea sicuramente è uno di questi. La scelta della morte precoce, teatralmente rappresentata, con inganno della sorella stessa, è l approdo naturale di una vicenda irrazionale, quale è spesso l amore più forte e autentico. Immagina lo struggimento del cuore alla vista delle navi che si allontanano, dissipando ogni dubbio sulla possibilità di un ripensamento e di una felicità futura Il connubio tra amore e morte è antico quanto l uomo, perché non c è vero amore se non fino alla fine e la passione più bruciante richiede la capacità di sacrificio in favore dell altro. Virgilio non è poeta delle mezze misure e nel rappresentare questo dramma rivela la sua adesione a una concezione tragica dell amore come sentimento incompatibile con la durezza della vita terrena. La realtà, fortunatamente, ci dice altro, consolandoci con la freschezza degli amori adolescenziali, con la felicità di quelli coniugali, con l affetto di quelli che si prolungano fino ai più sereni autunni dell esistenza, ma anche come negarlo? abituandoci a relazioni che conoscono, oltre alla passione, la necessità di un intesa silenziosa, di una lunga complicità grazie alla quale superare ostacoli e difficoltà. Forse, la verità è che in letteratura è molto più facile rappresentare un amore irrealizzabile rispetto alla concretezza di una storia realmente vissuta. Il primo si presta alla migliore poesia, mentre il secondo deve scontrarsi anche con l asprezza della prosa e della quotidianità. Come per l Iliade e l Odissea, anche per l Eneide il pittore svizzero Johann Heinrich F ssli (1741-1825) sceglie un soggetto tra i più terribili , adatto alla sua indole romantica incline alla rappresentazione di oscure visioni, incubi, spettri, scene di morte e viaggi nell Oltretomba. L agonia di Didone, la disperazione di Anna e il teatrale intervento di Iride giunta a recidere, insieme ai capelli, la vita, scatenano la sua fantasia. Johann Heinrich F ssli, Didone nella legnaia, 1781. Analisi Le ultime parole di Didone una teatralità ricercata quella con cui Virgilio mette in scena il suicidio di Didone; prima ancora di pronunciare un discorso di commiato e salire sul rogo, la donna è descritta nell atto di irrompere nella sua stanza, con gli occhi iniettati di sangue, le guance segnate da lividi, il volto pallido per la morte imminente. Accresce la pateticità lo sguardo che indirizza ancora una volta al letto, sul quale si getta per l ultima volta, e alle vesti lasciate da Enea, evocatrici di ricordi ormai insopportabili (vv. 779-789). Rivolge allora a se stessa l ultimo discorso, in cui ripercorre le tappe principali della sua vita (vv. 795-799), dalla quale ormai non aspetta nulla di nuovo. Il verso più emblematico della consunzione di Didone è probabilmente quel Vissi, ho compiuto il cammino concessomi dalla Fortuna (v. 793), proprio di chi ormai è rassegnato a lasciare la vita. Il sentimento per Enea, tuttavia, è ben lungi dall essere spento e lo dimostra la speranza, l ultima esternata prima del tragico epilogo, che il suo amato possa vedere da lontano il rogo in cui si consuma la donna che lo ha ospitato e di cui è stato innamorato. Si tratta di una morte invendicata, Didone lo sa bene, ma confida che presto o nel futuro possa trovare riscatto. L amore cede così il passo all odio: Moriamo senza vendetta riprese. Ma moriamo. / Così, anche così giova scendere alle Ombre. / Il crudele Troiano vedrà dall alto mare / il fuoco e trarrà funesti presagi dalla mia morte (vv. 800-803). 334 80079D_48P1013_INTE_BAS@0334.pgs 17.12.2019 13:25

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Epica