Specchi incantati - volume C

Alle origini dell epica | UNIT 1 A tu per tu con il testo C è tanto della spiritualità biblica nell episodio di Davide, giovane dotato di talento che trae il suo coraggio da Dio e non ha paura di affrontare il gigante Golia, diventato il terrore dell esercito giudaico. Il ragazzo è un semplice pastore, non ostenta alcuna arroganza, ma si lascia guidare dalla forza della fede e dallo spirito di servizio che gli ispirano la leggerezza e l audacia con cui riesce ad avere la meglio sull avversario. Alle volte bastano, dunque, lo spirito giusto e una freschezza d animo, solo apparentemente irresponsabile, per abbattere i più grandi nemici e risolvere difficoltà che fino a poco prima risultavano insormontabili. La vera intelligenza è sempre umile e coraggiosa e infinitamente più capace della forza bruta; come amava dire Albert Einstein, l immaginazione (quella che porta Davide ad affidarsi a un banale colpo di fionda) è spesso più importante della conoscenza. Ferdinand Schmutzer, Ritratto di Albert Einstein, incisione del 1921. Analisi Un nemico terribile e un pastorello La situazione iniziale vede la classica contrapposizione di due eserciti, quello giudaico e quello dei Filistei, collocati sulla sommità di due monti divisi dalla valle del Terebinto (1-3). dal campo dei Filistei che viene gettata la sfida, e precisamente da un personaggio gigantesco, alto più di due metri, la cui stazza poderosa è sufficiente a gettare nel terrore qualunque avversario: si tratta di Golia (4-11). Il gigante propone di affidare le sorti del conflitto all esito di un duello tra lui e un guerriero scelto tra le file dei nemici: crescono allora la paura e lo sconcerto tra gli ebrei, guidati dal re Saul. In questo scenario fa ingresso il personaggio di Davide, giovane figlio di Iesse (1215), che viene inviato dal padre a consegnare grano e pane ai suoi fratelli più grandi che combattono nell esercito di Saul (17). Iesse lascia precise istruzioni al figlio: oltre alle derrate per i fratelli maggiori, deve portare del formaggio al comandante, informarsi sulla salute dei fratelli e riscuotere la loro paga. Da buon pastore, Davide lascia così le greggi a un guardiano e giunge al campo dei fratelli in un momento delicato: da quaranta giorni, ormai, Golia sfida gli ebrei e anche ora gli eserciti si stanno schierando (20-21). Il giovane ascolta per caso le consuete parole oltraggiose che Golia rivolge agli avversari e ne intende la gravità (23). Il coraggio della fede Davide non sa capacitarsi del fatto che un guerriero senza fede, non circonciso, possa tenere sotto scacco l esercito degli ebrei. E chi è mai questo Filisteo incirconciso per sfidare le schiere del Dio vivente? (26): la sua domanda suona provocatoria, eppure riflette un istanza centrale della religiosità dell Antico Testamento, una fede autentica. Unita al desiderio di vincere il premio spettante al guerriero che sconfiggerà Golia, tale fede sarà sufficiente a ispirare il coraggio necessario a sfidare il gigante (Chiunque lo abbatterà il re lo colmerà di ricchezze, gli darà in moglie sua figlia ed esenterà la casa di suo padre da ogni gravame in Israele, 25). Ci sono allora tutti gli ingredienti necessari a un impresa eroica: un nemico temibile da abbattere, un premio, e in aggiunta la fede in Dio. Non può 30 80079D_48P1013_INTE_BAS@0030.pgs 17.12.2019 13:20

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