Specchi incantati - volume C

Virgilio | UNIT 1 A tu per tu con il testo Quante volte ci accade di pensare di essere bersaglio della sorte, che impedisce l attuazione dei nostri desideri o fa saltare i nostri piani Presentato da subito in questa luce, Enea risulta più simpatico, come sempre sono gli eroi sventurati, ma anche meno intrepido e più riflessivo degli eroi omerici. Anche questi erano messi duramente alla prova da fati avversi, però reagivano con una più pronta scaltrezza, rispetto a Enea, sempre giusto e rispettoso. come se, dopo le imprese guerresche di Achille ed Ettore e quelle avventurose di Odisseo, ci imbattessimo nelle sventure di uno come noi: certo mosso da una volontà superiore, consapevole del destino che lo attende, ma calato come ogni comune mortale nella rete degli affetti, degli errori e dei dolori. Per questo non ci sorprende che Virgilio lo accompagni, mettendosi al suo fianco e osservandolo sempre con chiara indulgenza. Il fascino dell Eneide consiste proprio in questo: non certo nell esaltazione politica della figura di Enea (aspetto che per noi lettori moderni è inattuale e irrilevante), ma nel caldo racconto delle sue speranze e dei suoi obiettivi di uomo. Giulio Brogi interpreta Enea nello sceneggiato televisivo Eneide diretto da Franco Rossi (1971). Analisi Un proemio moderno L incipit dell Eneide è il frutto di una rilettura creativa dei modelli letterari precedenti, soprattutto quelli offerti dai proemi dell Iliade e dell Odissea. La pròtasi, o presentazione dell argomento, infatti, è anteposta all invocazione ed è affidata a due sobrie parole latine arma ( le armi ) e virum ( l uomo ) che fondono due tradizioni diverse. Il riferimento alle armi, cioè alle imprese militari, allude alla materia guerresca dell Iliade, quello all uomo protagonista delle peregrinazioni e dei viaggi che lo condurranno nel Lazio invece è ispirato all Odissea, il cui proemio iniziava proprio con la parola greca andra ( uomo ). L Eneide risulta in effetti suddivisa in una metà odissiaca, dedicata ai viaggi di Enea verso il Lazio, e in una metà iliadica, che riferisce delle guerre combattute dai Troiani nel Lazio. La differenza fondamentale rispetto al proemio dei poemi omerici sta nella nuova coscienza del ruolo di autore dimostrata da Virgilio, che invece di rivolgersi da subito alla Musa per chiederle ispirazione afferma vigorosamente la materia del suo canto con un verbo in prima persona: Canto (v. 1). Nei versi che seguono, il poeta abbraccia epoche storiche molto distanti tra loro: il viaggio mitico di Enea da Troia verso occidente, infatti, è visto dall autore con lo sguardo di chi non si accontenta di vivere nel suo presente, l età augustea, ma cerca di cogliere un filo rosso che colleghi eventi passati e futuri per svelarne il senso ultimo, cioè la fondazione di Roma e la sua funzione civilizzatrice nel mondo (vv. 1-7). La parola Roma (v. 7) chiude, non a caso, la prospettiva storica iniziata nella pròtasi, quasi a segnare il traguardo di una vicenda secolare e a esprimere il motivo encomiastico o celebrativo sotteso al poema. In tal modo la tradizionale invocazione alla Musa è collocata dopo (vv. 8-11). A Calliope il poeta chiede soprattutto un aiuto mnemonico (dimmi le cause, v. 8) e pone interrogativi fondamentali: quali sono le cause dell ira di Giunone nei confronti di Enea, uomo insigne per pietà (v. 10)? Tale rabbia, infatti, sarà destinata a tormentare l eroe fino alla fine del poe- 298 80079D_48P1013_INTE_BAS@0298.pgs 17.12.2019 13:23

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Epica