2. I temi del poema

ENEIDE 2. I TEMI DEL POEMA La scelta della materia troiana comportava il richiamo a un repertorio mitico di origine greca molto noto anche a Roma: già il poeta latino Ennio (239 169 a.C.) aveva cantato nel poema epicostorico intitolato Annales la recente storia di Roma repubblicana ricollegando a Enea l origine della città. La pietas e il Fato Il personaggio di Enea, quindi, non costituisce un invenzione: Virgilio, però, gli conferì un carattere originale facendone l eroe della pietas. Questo termine indica secondo Cicerone «la giustizia nei confronti dei genitori , da cui consegue un atteggiamento devoto nei confronti degli dèi e della patria, che contraddistingueva gli antichi Romani rispetto ai Greci. PASSATO E PRESENTE Virgilio a Napoli Il valore eccezionale della poesia dell Eneide e delle altre opere determinò una fama precoce del loro autore, destinato a diventare un classico studiato a scuola già in epoca imperiale. Nel Medioevo, a favorire la venerazione per il poeta fu anche la lettura cristiana che si dava della sua opera: il riferimento, nella quarta Bucolica, a un bambino divino che avrebbe salvato il mondo fu letto come una prefigurazione profetica della nascita di Gesù. Il nome di Virgilio, in realtà, sarebbe andato incontro a una fortuna ancora più complessa nella città di Napoli, luogo della sua sepoltura. Già nel I secolo d.C. sulla tomba del poeta accorrevano visitatori come se si trattasse di un tempio, al punto da generare nel Medioevo la credenza popolare che il bene della città dipendesse dalla protezione accordata da Virgilio, visto sempre più come un profeta e persino come un mago. Il luogo stesso della sepoltura, infatti, invitava a speculazioni sulle doti eccezionali del poeta. Nei pressi della tomba si trova una galleria lunga circa 700 metri, la cosiddetta grotta di Posillipo, che collega due quartieri di Napoli, Mergellina e Fuorigrotta. Secondo una credenza popolare, essa sarebbe stata realizzata da Virgilio in una sola notte grazie alle sue conoscenze di magia. Queste e altre leggende legate al mito di Virgilio dopo l antichità sono state raccolte da un grande studioso dell Ottocento, Domenico Comparetti, autore del libro Virgilio nel Medioevo (1872). Una di queste, per esempio, voleva che il giardino situato sul Monte Vergine, ricco di erbe mediche, fosse anticamente appartenuto proprio a Virgilio; un altra, già antica, attribuiva l imprendibilità della città partenopea alla presenza delle ossa di Virgilio e di quelle dei due santi protettori, Agrippino e Gennaro. La fama dei poteri taumaturgici (cioè miracolosi) del poeta si era diffusa anche a Pozzuoli, dove si diceva che Virgilio avesse fatto costruire delle terme a uso pubblico, utili alla cura di ogni malattia. Da questo punto di vista, sono particolarmente interessanti le notizie riferite da Corrado di Querfurt, cancelliere dell imperatore Enrico VI, in una lettera del 1194 che tratta delle impressioni del suo viaggio in Italia. Per rimediare al pericolo rappresentato dal Vesuvio scrive Corrado il poeta latino avrebbe posto contro il vulcano una statua di bronzo rappresentante un uomo con l arco teso pronto a scoccare una freccia. Quando un contadino fece partire la saetta, questa colpì l orlo del cratere e determinò il risveglio del vulcano prima sopito proprio grazie allo stratagemma escogitato da Virgilio. La tomba di Virgilio a Napoli, XIX secolo. 281 80079D_48P1013_INTE_BAS@0281.pgs 17.12.2019 13:22

Specchi incantati - volume C
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Epica