Specchi incantati - volume C

Omero | UNIT 2 445 450 455 460 465 470 475 480 come cacciando avanzavano: sbucò loro incontro dal covo, irto di setole, spirando fuoco dagli occhi, e s arrestò innanzi ad essi. S avventò Odisseo per primo, alzando la lunga lancia con la mano robusta, bramoso di ucciderlo; lo prevenne il cinghiale, lo percosse sopra il ginocchio, gli cavò molta carne col dente, di fianco avventandosi, ma senza giungere all osso dell uomo. Odisseo lo colse e ferì alla spalla diritta, la punta dell asta lucente lo passò parte a parte: nella polvere cadde, stridendo, gli colò via la vita. Gli prestarono aiuto i cari figli di Autolico: legarono con abilità la ferita del nobile Odisseo pari a un dio, arrestarono il fosco sangue con un incantesimo e subito giunsero alla casa del padre. Autolico e i figli di Autolico. dopo averlo ben guarito, offertigli splendidi doni, lietamente lo mandarono a Itaca, lieto, rapidamente. Il padre e la madre augusta gioirono che fosse tornato e gli chiesero in ogni punto perché subì la ferita: e ad essi egli spiegò che a caccia lo aveva aggredito un cinghiale col bianco dente, quando egli andò sul Parnaso coi figli di Autolico. Questa ferita la vecchia toccò con le palme e al tatto la riconobbe: abbandonò il piede. Piombò nel bacile la gamba, risuonò il bronzo, s inchinò dalla parte opposta, l acqua si versò a terra. Gioia e dolore a un tempo la colsero al cuore, le si empirono gli occhi di lacrime, le si arrestò la voce fiorente. Toccandogli il mento disse ad Odisseo: «Ma tu, figlio caro, sei Odisseo: ed io prima non t ho ravvisato, prima d aver tutto palpato il mio signore . Disse e guardò con gli occhi Penelope, volendo mostrarle che il caro sposo era in casa. Ma lei non poteva vederla in faccia e capire: le distolse Atena la mente. Ma Odisseo le prese e afferrò con la destra la gola, con l altra le trasse a sé e le disse: «Balia, perché mi vuoi perdere? Mi hai nutrito tu stessa al tuo seno! Dopo tanti dolori sofferti, 446. irto di setole: ispido e pungente per i peli. 462. la madre augusta: la madre degna di onore (epiteto formulare). 467. con le palme: con le mani. 473. Toccandogli il mento: per gli antichi Greci era un gesto di riverenza, tipico dei supplici, che in questa situazione si arricchisce dell affettuosità della vecchia nutrice. 479. le distolse mente: l intervento di Atena serve a impedire che Penelope si renda conto di ciò che sta accadendo. 482. perdere: portare alla rovina. 258 80079D_48P1013_INTE_BAS@0258.pgs 17.12.2019 13:34

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Epica