T9 - L’arrivo a Itaca (libro XIII, vv. 187-206, 217-252

ODISSEA T9 L arrivo a Itaca Tratto da Odissea, libro XIII, vv. 187-206, 217-252; libro XVI, vv. 172-219; libro XVII, vv. 290-327 John Flaxman, Ulisse con il suo cane Argo, 1805. Superata l isola delle Sirene, Odisseo e i compagni affrontano il duplice pericolo costituito dal mostro Scilla che con le sue sei teste di cane, nelle cui bocche spuntano tre file di denti, ghermisce alcuni marinai e da Cariddi, altra gigantesca creatura marina che si trova sullo scoglio contrapposto a quello di Scilla. Cariddi risucchia e rigetta l acqua del mare, creando vortici pericolosi per la navigazione. Approdati finalmente sull isola di Trinacria, i compagni, stremati dal viaggio e dalla fame, si nutrono delle vacche del dio Sole. Il gesto sacrilego determina l ira del dio, che si vendica suscitando una tempesta appena essi riprendono il mare. Unico superstite, Odisseo giunge all isola di Ogigia, dove rimane per sette anni. L eroe termina così il racconto delle sue peripezie e ottiene dal popolo dei Feaci una nave, con cui può finalmente tornare a Itaca. La patria Lasciata Scheria, la navigazione si svolge mentre Odisseo dorme profondamente. I Feaci lo lasciano ancora addormentato sulla spiaggia di Itaca, assieme ai doni preziosi che ha ricevuto da Alcinoo. L eroe si risveglia sulla spiaggia quando essi hanno già ripreso il mare (libro XIII). 190 195 E intanto si svegliava Odisseo luminoso, addormentato sopra la terra dei padri; e non la conobbe, da tanto n era lontano: e poi nebbia gli versò intorno la dea, Pallade Atena, figlia di Zeus, per farlo invisibile e tutto svelargli, sicché non prima lo conoscesse la sposa, e i cittadini e gli amici, che avesse fatto pagare ai pretendenti il sopruso. Per questo tutte le cose sembravano estranee al sire, i lunghi sentieri, i comodi porti, le rocce inaccessibili e gli alberi floridi. Balzò in piedi e là fermo guardava la patria, 187. luminoso: glorioso, epiteto formulare. 188. non la conobbe: non la riconobbe. 191-193. sicché... sopruso: in modo che la sposa, i concittadini e gli amici non lo ri- conoscessero prima che si fosse vendicato con i pretendenti per i soprusi commessi durante la sua assenza. 194. sire: signore, sovrano. Allude al fatto che Odisseo è re di Itaca e può recuperare questo appellativo in seguito al ritorno in patria. 247 80079D_48P1013_INTE_BAS@0247.pgs 17.12.2019 13:33

Specchi incantati - volume C
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Epica