4. Lo stile

Alle origini dell epica | UNIT 1 accresce lo splendore della monarchia attraverso la consacrazione del Tempio di Gerusalemme. Alla sua morte l unità del regno si rompe e il popolo si divide tra il regno di Israele al nord, con capitale Samaria, e il regno di Giuda al sud, che ha per capitale Gerusalemme. Segue l età dei profeti, che richiamano continuamente i re e il popolo alla fedeltà all alleanza del Sinai, preannunciando future sventure a causa dei peccati commessi. Il libro di Isaia, per esempio, riflette le ansie e le incertezze del periodo che precede l invasione degli Assiri, che nel 721 a.C. determina la fine del regno del Nord e la deportazione del popolo ebraico in varie regioni dell impero assiro. Il regno del Sud, invece, rimane in piedi fino al 587 a.C., quando il re babilonese Nabucodonosor conquista Gerusalemme, distrugge il Tempio e deporta un gran numero di Giudei a Babilonia: la cattività babilonese, ovvero il periodo di prigionia trascorso dal popolo ebraico in Mesopotamia, dura fino al 538 a.C., quando il re persiano Ciro concede agli ebrei il ritorno in Palestina. Queste vicende trovano un eco letteraria nel libro del profeta Geremia, che canta l inutilità della resistenza ai Babilonesi, e in quello del profeta Ezechiele, il quale già riflette sull esperienza dell esilio. La conquista babilonese segna anche l inizio della diaspora (termine di origine greca, che vuol dire dispersione ), continuata anche nei secoli successivi, soprattutto dopo la conquista romana. Gli ebrei tornati in patria, invece, in quella che è stata definita età postesilica, costruiscono il secondo Tempio, che sarebbe stato distrutto dall imperatore romano Tito nel 70 d.C. Nei secoli compresi tra il ritorno dall esilio babilonese e la nascita di Gesù, la Palestina è sotto il dominio persiano fino alla conquista di Alessandro Magno (332 a.C.) e alla costituzione del regno ellenistico dei Seleucidi, che a loro volta la controllano fino all occupazione romana a opera di Pompeo (64 a.C.). I forti rischi di paganizzazione vissuti dalla società ebraica a contatto con la cultura greca in età ellenistica sono documentati nei libri dei Maccabei (II-I secolo a.C.), compresi nella Bibbia dei Settanta. 4. LO STILE In considerazione della varietà di libri che la costituiscono, non si può identificare uno stile uniforme della Bibbia, anche perché ogni testo risponde alle regole del genere letterario cui appartiene. Alcuni libri hanno carattere cronachistico o storico, altri profetico, alcuni come il Levitico sono di natura legislativa, altri invece hanno un impronta sapienziale, come i Proverbi, o apocalittica, come il libro di Daniele o l Apocalisse. Al di là dalle differenze specifiche, spesso il linguaggio della Bibbia è simbolico, come si conviene a una narrazione trasmessa oralmente. Ne è un esempio il racconto della creazione nel libro della Genesi, presente in due versioni, entrambe affidate a un narratore onnisciente, che si fa veicolo di una verità rivelata attraverso immagini poetiche. Alcuni aspetti che sembrano inverosimili si prestano invece a una precisa ricostruzione storica, confortata dai dati sempre più ricchi e documentati che provengono dall archeologia biblica. La Bibbia, infatti, non è solo un testo sacro, ma anche la raccolta di tutte le informazioni utili per una comunità: oltre ai fatti del passato lontano e recente, Una varietà di generi 20 80079D_48P1013_INTE_BAS@0020.pgs 17.12.2019 13:20

Specchi incantati - volume C
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Epica