Specchi incantati - volume C

Omero | UNIT 2 Analisi L arrivo a Pilo Un alba incantevole accompagna lo sbarco di Telemaco sulla spiaggia di Pilo, dopo una notte trascorsa in mare. Il momento è solenne in quanto gli abitanti del luogo stanno celebrando un solenne sacrificio a Poseidone (vv. 5-9). Probabilmente la sacralità della scena contribuisce a suscitare la ritrosia del ragazzo, che si vergogna di interrompere il rito e di rivolgersi all anziano Nestore, re di Pilo. Telemaco, infatti, è in quell età in cui, benché adulto, non ricopre ancora un ruolo sociale riconosciuto: per ricevere il rispetto degli altri ha bisogno di qualificarsi come figlio di Odisseo e ha timore di parlare a un uomo più grande di lui, come Nestore («Mentore, come andrò, come debbo rivolgermi a lui? / neanche un po sono esperto di fitti discorsi: / ed è anche vergogna che un giovane interroghi un vecchio , vv. 22-24). La risposta di Atena, che segue Telemaco nelle vesti di Mentore, è pronta e incoraggiante: non deve avere paura, perché a suggerirgli le parole giuste sarà un dio, ma ne avrà bisogno fino a un certo punto, in quanto egli ha già buoni pensieri nella mente (vv. 26-28). Il sacrificio a Poseidone Il sopraggiungere degli ospiti suscita la curiosità dei Pili, che corrono numerosi e li invitano a prendere posto, mentre il figlio di Nestore, Pisistrato, si appresta a fare gli onori di casa. L ospitalità è particolarmente premurosa: dopo averli fatti sedere su pelli di pecora adagiate sulla sabbia del mare, accanto a sé e al padre, Pisistrato porge agli stranieri parte delle viscere delle vittime sacrificali e versa loro del vino, invitandoli a partecipare alla preghiera e alla cerimonia. Secondo le norme consolidate di una ritualità convenzionale, il primo a ricevere la coppa di vino è il falso Mentore, perché più anziano del suo compagno di viaggio Telemaco (vv. 49-50). Atena, contenta in cuor suo dell onore riconosciutole, ricambia le belle parole con una invocazione a Poseidone, perché ricompensi il sacrificio messo in atto da Nestore e soddisfi le richieste di Telemaco (vv. 55-61). Dalla preghiera della dea emerge chiaramente la concezione contrattualistica della religione propria degli antichi, per i quali un sacrificio era considerato un mezzo di scambio per ottenere dal dio un compenso. Il dialogo tra Telemaco e Nestore Il pasto condiviso svolge un importante funzione sociale. Solo dopo che gli stranieri si sono ristorati, secondo le leggi dell ospitalità, Nestore chiede notizie sulla loro origine (vv. 67-70) e nel farlo non si esime dal considerare la possibilità che essi possano essere dei predoni, che vagano / rischiando la vita, portando danno agli estranei (vv. 73-74). I Greci, infatti, avevano perlopiù una concezione negativa del mare e delle attività che vi si svolgevano, soprattutto della pirateria e del commercio, anche in considerazione dell alto rischio legato alla navigazione in mare aperto. Nonostante il lecito sospetto espresso dal re di Pilo, Telemaco prende finalmente co raggio, anche grazie all aiuto della dea, e si presenta, spiegando le ragioni della sua visita (vv. 75-95). Il motivo che lo spinge è un affare privato, non pubblico: Telemaco è giunto da Nestore per avere notizie del padre, ancora assente da casa, mentre gli altri eroi della guerra troiana sono tutti rientrati. Il timore maggiore è che Odisseo possa essere morto, ucciso da nemici oppure sopraffatto dal mare, ma Telemaco è pronto anche a questa eventualità: ciò che gli preme sapere soprattutto è la verità, per questo chiede a Nestore di parlargli con sincerità, senza avere ritegno o pietà (vv. 96-101). Attraverso l esperienza di un viaggio guidato dalla devozione filiale, il giovane riesce, così, a vincere le sue paure e a fare i primi passi della vita di adulto, come tenere un discorso in pubblico presso un anziano sovrano. 198 80079D_48P1013_INTE_BAS@0198.pgs 17.12.2019 13:31

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Epica