Specchi incantati - volume C

Omero | UNIT 1 235 240 metterà, una volta che sui monti ha lasciato il suo tronco, né più rifiorirà, ché tutto all intorno la lama gli ha tolto foglie e corteccia; ora invece i figli degli Achei lo stringono in pugno, ministri di giustizia, loro che le leggi per volere di Zeus preservano; questo dunque sarà gran giuramento: certo un giorno verrà rimpianto di Achille ai figli degli Achei, a tutti quanti, e allora non sarai capace, per quanto ti affligga, di dare un aiuto, quando molti per mano di Ettore massacratore cadranno morendo; e tu dentro ti mangerai l anima, crucciandoti che al migliore degli Achei negasti un compenso . Omero, Iliade, libro I, vv. 148-244, trad. di G. Cerri, Rizzoli, Milano 2015 242. massacratore: epiteto formulare di Ettore. A tu per tu con il testo Come e per quale motivo litigavano due eroi greci dell antichità? L ira non è un sentimento nobile, eppure i contrasti tra amici, parenti e colleghi sembrano oggi come allora inevitabili: in questi momenti la perdita del controllo conduce a offese verbali, alla rivelazione di verità tenute prima nascoste, talora alla violenza fisica. Omero riesce a penetrare la psicologia di Achille, eroe offeso, e a dare conto di tutti i suoi pensieri contrastanti in un momento delicatissimo come quello che precede il passaggio dalle parole all uso della forza. Che cosa lo porterà, invece, all autocontrollo? Il brano illumina questo mistero della coscienza, intesa come la nostra capacità di prendere decisioni razionali, ricorrendo all agire divino. Nella Grecia di Omero, infatti, sono gli dèi a determinare il comportamento umano: in questo caso la dea Atena. Il successivo giuramento con cui Achille si impegna a ritirarsi dalla guerra è un opera d arte, in senso letterario e psicologico: l energia e lo scatto d ira del momento precedente si concentrano, infatti, in una descrizione raffinatissima, quella dello scettro, quasi un esempio di come la forza bruta possa essere spesa per cause più nobili, e di come l arte sia una forma di addomesticamento della potenza degli istinti. Analisi Una questione di principio Il brano si apre con il discorso di Achille (vv. 149-171), che spiega le ragioni del rancore che cova contro gli Atridi, Agamennone e il fratello Menelao. Per loro si è speso venendo a combattere a Troia, senza ricevere la gratificazione che merita: i premi più grandi non vanno a lui e adesso deve persino sopportare l arroganza di Agamennone. Il capo dell armata, infatti, ha appena affermato di essere disposto a rinunciare a Criseide in cambio di un risarcimento, sottratto a un altro eroe in virtù della sua autorità di primus inter pares ( primo tra pari ). Agamennone, in effetti, condivide la dignità regale con gli altri guerrieri, dei quali è una sorta di collega: ciò che lo colloca su un gradino superiore è solo il ruolo di comando assunto in occasione della spedizione greca a Troia. Lo scontro acquista, pertanto, anche un risvolto politico, che interessa la gerarchia del potere: Achille non accetta le decisioni prese da un capo che non stima perché non si è conquistato il ruolo con il valore dimostrato sul campo di battaglia. Per questo motivo minaccia di ritirarsi dalla guerra e di tornare in patria. La mentalità dell eroe è decisamente materialistica: egli dà voce agli istinti più bassi 118 80079D_48P1013_INTE_BAS@0118.pgs 17.12.2019 13:37

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Epica