TRADUZIONE D’AUTORE (Vincenzo Monti)

ILIADE COMPETENZE LINGUISTICHE 9. I complementi. Il vocativo. Il proemio di un poema richiede sempre l invocazione di una Musa: Canta, o dea (v. 1), dice Omero nell Iliade. Quando ci rivolgiamo a qualcuno per catturarne l attenzione facciamo uso di una funzione vocativa. Quello che in analisi logica è indicato con il nome di complemento di vocazione, non può essere considerato un complemento vero e proprio, poiché non ha legami logici con il resto della frase. Scrivi cinque frasi facendone uso. SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare LETTERATURA L incipit di un testo è sempre un momento decisivo, perché l autore deve riuscire a catturare, in poche righe, l attenzione del lettore. Quali sono, per esempio nel giornalismo, le tecniche più diffuse per iniziare un articolo? L incipit di un articolo è chiamato, in gergo giornalistico, attacco o lead. Fai una breve ricerca e poi prova a riscrivere l incipit dell Iliade come se fosse un articolo di cronaca. SPUNTI PER discutere IN CLASSE L ira è considerata un peccato capitale anche nella cultura cristiana. Nella Divina Commedia di Dante gli iracondi si trovano nel quinto cerchio dell Inferno, immersi nel fiume Stige (canti VII-VIII), ma anche nella terza cornice del Purgatorio, avvolti da un fumo che rende quasi impossibile la vista. Quale virtù si può contrapporre all ira, secondo te? TRADUZIONE D AUTORE Il poeta Vincenzo Monti (1754-1828) tentò di tradurre l Iliade sin da ragazzo, ma riprese il progetto solo più tardi, dandone varie edizioni, dopo un «disperato lavorare , a partire dal 1810. Monti cercò di imprimere alla sua versione in endecasillabi una epicità solenne e stilisticamente sostenuta e riuscì nel suo intento, nonostante avesse condotto il lavoro soprattutto a partire da traduzioni latine, in considerazione della sua scarsa conoscenza del greco. Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all Orco generose travolse alme d eroi, e di cani e d augelli orrido pasto 5 lor salme abbandonò (così di Giove l alto consiglio s adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de prodi Atrìde e il divo Achille. Omero, Iliade, libro I, vv. 1-9, trad. di V. Monti, Società tipografica dei classici italiani, Milano 1825 Già dal proemio si possono cogliere alcune caratteristiche della traduzione di Monti. Nel commentare la scelta di rendere il primo verso, il poeta neoclassico osservava che una traduzione letterale sarebbe sta1. Pelìde: patronimico, figlio di Peleo . Achille è figlio di Peleo, un mortale, e della ninfa marina Teti. 2. addusse: arrecò. 3. Orco: l Ade, il regno dei morti. ta «L ira, o Dea, canta del Pelìde Achille , forma che ripropone l ordine delle parole presente nel greco. A suo avviso, si sarebbe trattato però di un verso sgradevole sul piano fonetico: il primo emistichio (mezzo verso) «affogato di quattro a suona male all orecchio; quindi male nel cuore . Di qui la scelta di una sintassi «bella e spontanea , con l anticipazione del verbo rispetto al greco. Significativa è anche la scelta di innovare l originale rendendo ancora più personale il rapporto del poeta con la Musa attraverso l aggiunta del pronome -mi (v. 1) all imperativo canta. Inoltre, nella traduzione di Monti è frequente l anticipazione dei complementi di specificazione rispetto al nome che determinano. Questa disposizione particolare rappresenta una figura retorica, l anastrofe, termine che in greco vuol dire proprio inversione (del Pelìde Achille l ira funesta, vv. 1-2; di cani e d augelli orrido pasto, v. 5; di Giove l alto consiglio, vv. 6-7). 4. alme: anime. 5. augelli: uccelli. 6-7. (così di Giove s adempìa): così si adempiva la solenne decisione di Giove. 8. primamente: all inizio. 9. il re de prodi Atrìde: anche Agamennone, figlio di Atreo, è indicato con un patronimico. 113 80079D_48P1013_INTE_BAS@0113.pgs 17.12.2019 13:36

Specchi incantati - volume C
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Epica