Specchi incantati - volume C

Omero | UNIT 1 L Iliade comincia, dunque, in medias res, cioè nel pieno svolgimento dell azione: la guerra di Troia è giunta al decimo anno. A determinare l avvio del poema, però, non è l antefatto mitico dell inimicizia tra Greci e Troiani, né un indagine dei loro contrapposti interessi economici. La hybris di Agamennone Il poema prende le mosse, invece, da un sentimento umano, l ira di Achille, la rabbia di un eroe ferito nel suo orgoglio. Si tratta di un sentimento di rancore covato a lungo, anomalo perché non è rivolto a un nemico, ma al proprio comandante e, indirettamente, ai compagni d armi. Nell epica le azioni degli uomini non sono mai sufficienti a spiegare gli eventi terreni. Il narratore onnisciente, che riferisce i fatti senza esprimere giudizi, si chiede pertanto: Ma chi fu, tra gli dèi, colui che li spinse a contesa? (v. 8). Con questa domanda il poeta introduce la ricostruzione degli antefatti, ripercorrendo le circostanze del litigio grazie a un lungo flashback (o analessi). Tutto ha inizio con l arrivo del sacerdote troiano Crise alle navi greche. I suoi toni sono quelli umili di un supplice, che si rivolge agli Achei disposto a tutto pur di riavere la figlia (liberate a me la figlia amata, accettate il riscatto, / onorando il figlio di Zeus, Apollo saettatore, vv. 20-21). Nonostante l assemblea sia favorevole alla restituzione di Criseide al padre, Agamennone dimostra di non avere comprensione né dell opinione degli altri guerrieri né delle ragioni del troiano. Il capo dell esercito greco non solo non acconsente a privarsi della ragazza avuta come bottino di guerra, ma si rivolge in modo irrispettoso a Crise intimandogli di non presentarsi più alle navi (vv. 26-32) e prefigurando il destino di schiava e concubina che toccherà in sorte alla figlia. Si macchia così del peccato di tracotanza e prepotenza, in greco indicato con la parola hybris: la sua arroganza è tale da disdegnare una decisione presa collettivamente e, soprattutto, da offendere un sacerdote e, con esso, il dio del quale egli amministra il culto, fatto che non può restare impunito. L ira di un dio Mentre cammina sulle rive del mare di ritorno verso Troia, infatti, Crise invoca sugli Achei la vendetta di Apollo (vv. 37-42) e la discesa del dio dall Olimpo, adirato nel cuore (v. 44) e simile alla notte (v. 47). Si tratta, dunque, di nuovo di ira, ma l ira di un dio è più potente di quella di un mortale e si manifesta nella pestilenza che affligge il campo greco. Sono le frecce di Apollo a colpire gli animali e gli uomini determinando il contagio del morbo maligno (v. 10): All inizio colpiva i muli ed i cani veloci; / ma poi, su loro stessi scagliando il dardo appuntito, / li bersagliava: senza posa, fitti, bruciavano i roghi dei morti (vv. 50-52). Con questa descrizione cupa di malattia, cadaveri, morti e avvoltoi il poeta introduce immediatamente il suo pubblico sul campo di battaglia sanguinoso dell Iliade. Laboratorio sul testo COMPRENDERE ANALIZZARE E INTERPRETARE 1. Chi ha il ruolo più alto nell esercito greco a Troia? a Achille. c Il Pelide. 6. In che modo è toccato il tema della morte? b Agamennone. d Menelao. 2. Chi sono gli Achei? 7. Crise si reca da Agamennone con le bende sacerdotali intorno allo scettro d oro. Che cosa significa questo gesto? a Affronto e sfida. b Umiliazione e supplica. 3. Quali sono le conseguenze dell ira di Achille? c Scambio di doni tra pari. 4. Che cosa chiede il sacerdote Crise ad Agamennone? d Tradimento. 5. Come si rivolge Agamennone a Crise? 8. Individua gli epiteti riferiti ad Achille, Apollo e agli Atridi. Quali appartengono all area semantica della regalità? 112 80079D_48P1013_INTE_BAS@0112.pgs 17.12.2019 13:36

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Epica