Specchi incantati - volume B

TEATRO I generi Lingue affilate UNIT 4 La vicenda del giullare può essere intesa come una metafora dell intera ricerca teatrale dell autore, desideroso di schiacciare (r. 44) i padroni grazie alla sua comicità istrionica e irriguardosa. Per coglierne gli intenti, dobbiamo però tener conto della presenza scenica di Fo, vero e proprio buffone, capace di accompagnare i suoi monologhi con versi, gesti e bislacche espressioni facciali. All efficacia della recitazione contribuiva inoltre l uso del grammelot, un linguaggio non fondato sulla precisa articolazione delle parole ma sull assemblaggio di suoni, onomatopee, parole di eterogenea derivazione dialettale che creano, in una confusa mescolanza di cadenze diverse, una sorta di flusso sonoro continuo. Ecco un esempio, tratto dalla parte finale del brano: «Jesus Cristo a soi mi che t vegna a ti a dat parlar. E sta lengua u la beuciarà e ndrà aschisciar me na lama da part to vescighe a far sbrogare, a da contra i padroni e li far schisciare parché i altri i capissa, parché i altri imprenda e parché i altri i poda rigolar. Che no è che col r dare ch ol padron ul s fa sbragare, che se i ride contra i padron, ol padron, da montagna ca l è dijen colina e peu niente ca se move. Tegne! A t do un baso che at farà parlare . Grazie a questo gergo comico, accompagnato da una forte espressività mimica e gestuale, Fo rievoca le narrazioni contadine di un tempo, nel tentativo di recuperare una cultura popolare in via d estinzione, minacciata dal progresso e dalla civiltà urbana e industriale. Dario Fo sul palco del Teatro Duse di Bologna nel 2014. 496

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Poesia e teatro