Specchi incantati - volume B

voce alla profonda frattura apertasi tra la società e il poeta, paragonato nell Albatro ( T1, p. 51) a un uccello maestoso ridotto a zoppicare sul ponte di una nave, in balia di un gruppo di sadici marinai. Vati, fanciullini e giocolieri Nell Italia, nalmente unita dopo il Risorgimento, si afferma soprattutto la gura del poeta che orienta i sentimenti del popolo, indicando alla collettività i valori a cui conformarsi. In tal modo il poeta, animato da impegno civile, aspira a farsi vate: da lui si attende un responso su ogni questione di interesse pubblico (vates in latino signi ca indovino , sacerdote ). A tale ruolo di guida morale della nazione pervengono Gabriele d Annunzio (1863-1938) e Giovanni Pascoli (1855-1912): quest ultimo in precedenza aveva identi cato il poeta con l immagine di un «fanciullino , dotato di una profonda sensibilità e perciò capace di meravigliarsi e gioire nello scoprire gli aspetti più modesti e genuini dell esistenza. Più malinconica è invece l autorappresentazione promossa, agli inizi del Novecento, dai poeti crepuscolari, così de niti in quanto la loro comparsa sembra segnare il tramonto di un epoca. Di contro ai toni roboanti dei versi di d Annunzio, il giovanissimo Sergio Corazzini (1886-1907) in Desolazione del povero poeta sentimentale adotta la ebile voce di un «piccolo fanciullo che piange , avvilito dalla tubercolosi che lo corrode. La stessa malattia che stronca Corazzini colpisce Guido Gozzano (1883-1916), nei cui versi l aspetto patetico si mescola all autoironia, che lo porta a descriversi come un «coso con due gambe detto guidogozzano . 49

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Poesia e teatro