Specchi incantati - volume B

TEATRO I generi UNIT 1 ANALISI ATTIVA L eroe del dubbio Il soliloquio di Amleto si apre con un perentorio, lapidario dilemma: vivere (Essere) o darsi la morte (non essere)? Sconvolto dalla rivelazione dello spettro di suo padre, il protagonista si interroga se sia più onorevole (degno, v. 2) sopportare il dolore interiore, inflitto dalla crudeltà della sorte, oppure porre fine alla vita. Il suicidio non sarebbe certo un atto di viltà, ma al contrario una forma di eroica resistenza contro le ingiustizie e le sofferenze della vita, oltre che un dolce sonno che libera dall angoscia e acquieta l anima (Morire... dormire, / [...] con quel sonno smette / il crepacuore, vv. 5-7). 1. Il soliloquio di Amleto è rivolto 2. Quale espressione metaforica usata nel testo indica che la vita può essere un grave peso da sopportare? a a Ofelia. b al padre ucciso. a il crepacuore. c allo zio Claudio, l assassino di suo padre. d a se stesso. b ogni carne. c ogni mortal gravame. d frustate e scherno. Soffrire anche dopo la morte Tuttavia la soluzione non è semplice: un ostacolo (v. 10) si frappone al compimento del gesto estremo. L impedimento affiora sotto forma di altre, implicite domande irrisolte: che cosa c è dopo la morte? Che cosa ci accade se, una volta abbandonata la vita terrena, fossimo angustiati da terribili incubi? Forse che le pene, magari in altre forme, possano continuare, invece di cessare? Altrimenti, si chiede Amleto, che cosa trattiene gli uomini onesti dal togliersi la vita? Con una lunga enumerazione (Chi / reggerebbe [...] indegni, vv. 14-19) il principe passa in rassegna le angustie e le difficoltà di vario genere dagli amori infranti alla tracotanza dei potenti che si frappongono tra gli uomini e la felicità: altrettanti argomenti a favore del suicidio. Ce n è abbastanza per rimanere nauseati dalla vita: eppure le persone scelgono di non darsi la morte e di riporre il pugnale (vv. 20-21). Li trattiene come biasimarli? la paura di qualcosa / dopo la morte, il paese mai scoperto / dai cui confini nessun viaggiatore mai ritorna (vv. 23-25). 3. Che cosa potrebbe turbare il sonno della morte? a Il crepacuore. c L angoscia. b I torti subiti dagli oppressori. b I sogni. d Lo scherno. c Un amore infelice. 4. Quali angosce e difficoltà della vita possono, secondo Amleto, spingere l uomo al suicidio? (sono possibili più risposte) Un falso dilemma 448 a La mancanza di denaro. d Un lutto in famiglia. e La sopportazione schernita. f Un fallimento professionale. Da discorso sull opportunità del suicidio il soliloquio di Amleto si trasforma dunque in una riflessione sul difficile rapporto fra azione e pensiero, posta in termini generali prima ancora che personali (il protagonista non dice mai io ). Pensare troppo provoca una specie di paralisi che impedisce alle persone di agire con risolutezza. Il suicidio è soltanto un caso estremo dell impotenza umana dinanzi ai fatti: la volontà si smaga (v. 26), i nostri propositi vengono vanificati. Per esprimere i limiti della nostra coscienza, Shakespeare usa due metafore: la prima rappresenta la nostra determinazione ad agire come un color rosso (v. 30), destinato a

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Poesia e teatro