Specchi incantati - volume B

POESIA Gli autori UNIT 1 quest effetto. Sarebbe tuttavia semplicistico ritenere L allegria una sorta di diario in versi, genere dal quale lo allontana del resto l eccezionale brevità dei testi, che vivono di fiammate rapidissime. A garantire coerenza nel percorso è l io lirico, che si presenta nei panni di saltimbanco, nomade, lupo di mare, e naturalmente soldato in uniforme. La guerra è il tema privilegiato dell Allegria, ma non l unico. I ricordi premono sulla mente di Ungaretti, recando immagini del natio Egitto e di Parigi, come accade in Nostalgia ( T5, p. 404). L inferno delle trincee gli sollecita per contrasto fantasticherie e meditazioni esistenziali, come nei Fiumi, dove l acqua dell Isonzo riporta alla mente la Senna, il Nilo e il Serchio, che scorre nella Toscana dei suoi antenati. La guerra senz odio Ungaretti non racconta combattimenti: è anzi significativo osservare come il nemico non appaia mai nelle poesie dell Allegria. Non mancano comunque rappresentazioni esplicite dell orrore bellico, per esempio sotto forma di cadaveri dilaniati, come in Veglia ( T1, p. 390), o di paesi rasi al suolo dall artiglieria, come in San Martino del Carso ( T4, p. 401). La reazione di Ungaretti, in questi casi, è improntata al dolore profondo (Sono una creatura, T3, p. 398) ma mai alla rabbia. «Nella mia poesia , scrisse, «non c è traccia d odio per il nemico, né per nessuno: c è la presa di coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini, nella sofferenza, dell estrema precarietà della loro condizione . La minaccia incombente della morte favorisce la riscoperta di una vitalità elementare e di una natura capace di sospendere, in una sorta di magico interludio, gli orrori delle armi. Per paradosso, Ungaretti si riconosce «docile fibra dell universo proprio in un contesto, come quello della guerra, in cui tutti gli equilibri saltano, di fronte alla feroce lotta per la sopravvivenza. Si identifica con creature e materiali semplici (lucciole, grilli, margherite, terra, sassi), rinunciando a pose eroiche. Al contrario di Gabriele d Annunzio non esalta ma cancella il proprio io, Il lato umano della guerra In mezzo alla battaglia si può parlare del bene e del male, della giovinezza, dell amore, del destino. E si può anche sorridere, come capita ai soldati in azione in La sottile linea rossa: uomini comuni, non eroi, disperatamente attaccati alla vita, protagonisti di un film di guerra adatto soprattutto a chi non ama i film di guerra. La sottile linea rossa (1998), regia di Terrence Malick. Nella foto tre dei protagonisti, Adrien Brody, Woody Harrelson, Sean Penn. 388

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Poesia e teatro