Specchi incantati - volume B

Qualche sonetto fu comunque pubblicato quando era ancora in vita, sia pure senza il suo consenso, e diversi ne circolarono in forma anonima anche fuori da Roma, tanto che nel 1845 Giuseppe Mazzini a Londra poté leggere il corrosivo La vita da cane. Da parte sua, il 996 (così Belli amava firmarsi, trascrivendo in numeri la sigla ggb, formata dalle iniziali del suo nome) si limitava a leggere qualche componimento a pochi amici fidati, dopo essersi fatto a lungo pregare: senza concedere repliche, però, nel timore che qualcuno potesse mandare a memoria i versi. Con la restaurazione seguita al turbine rivoluzionario del 1848-49, quando i patrioti italiani proclamarono la Repubblica cacciando papa Pio IX, la musa dialettale di Belli tacque per sempre. Il poeta non si sbarazzò comunque dei vecchi manoscritti, ma li conservò in ordine perfetto e corredati di note esplicative in una cassetta. Mancandogli il cuore di farlo personalmente, prescrisse nel testamento di ardere i suoi «versi in vernacolo e stile romanesco, affinché non sian dal mondo mai conosciuti, siccome sparsi di massime, pensieri e parole riprovevoli . L amico monsignor Vincenzo Tizzani, al quale erano stati consegnati, disobbedì e consegnò il materiale al figlio del poeta, Ciro, il quale un paio d anni più tardi diede alle stampe circa 800 sonetti depurati dal turpiloquio, scelti fra quelli privi di riferimenti alla sfera sessuale e ai comportamenti censurabili del clero. L intero corpus oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma vide la luce solo dopo la breccia di Porta Pia ((nel 1870),), che fece di Roma la capitale p del Regno d Italia. 277

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Poesia e teatro