CARTA CANTA - Belli senza fiamme

CARTA CANTA Belli senza fiamme Da Virgilio in poi, non si contano gli scrittori che, morendo, hanno raccomandato di bruciare, distruggere o quantomeno tenere sottochiave le proprie opere, per i motivi più svariati. Non sempre, per fortuna, gli eredi hanno puntualmente eseguito il compito: si sono così salvati alcuni capolavori straordinari. Un esempio lampante di queste dinamiche lo offrono i 2279 sonetti in dialetto romanesco scritti da Giuseppe Gioachino Belli fra il 1817 e il 1849. Il poeta non volle mai far stampare questo imponente monumento cartaceo della plebe romana, temendo ne venisse compromesso il suo buon nome di serio impiegato al servizio dei pontefici, autore di saggi eruditi, cronache teatrali, opere devote. 276

Specchi incantati - volume B
Specchi incantati - volume B
Poesia e teatro