Specchi incantati - volume B

Ne ammazza più la penna ANALISI ATTIVA Il Cuore e il Niente Ecce Homo: con queste parole, nel Vangelo di Giovanni, il governatore romano Ponzio Pilato presenta alla folla Gesù, frustato a sangue dai suoi soldati, nella speranza che dopo la flagellazione il popolo si ritenga soddisfatto e non chieda la crocifissione. Magrelli nasconde la medesima formula nelle iniziali del fantomatico uomo (E.H.) al quale dedica la poesia, morto mentre assisteva a una trasmissione televisiva. Lo schermo è definito sfera di cristallo del presente (v. 2), e non del futuro, come le palle di vetro nelle quali gli indovini sostengono di leggere il destino di chi li consulta. Guardando la tv, l uomo evocato da Magrelli ha perso la propria vita, sul piano spirituale prima che su quello fisico. Lo rimarcano i due versi amari che chiudono la prima quartina: guardava il Niente e ne vedeva il cuore, / cercava il Cuore e non vedeva niente (vv. 3-4). A differenza del testo evangelico, non troviamo alcuna immagine macabra o di sofferenza, nonostante la scoperta del cadavere avvenga a molti mesi di distanza dal decesso. La fine dell uomo è, per così dire, il naturale esito di un processo di decomposizione che lo ha annientato, senza dolore, in ogni sua fibra, a poco a poco. 1. I due versi guardava il Niente e ne vedeva il cuore, / cercava il Cuore e non vedeva niente (vv. 3-4) formano a un antitesi. b un parallelismo. c un chiasmo. d un ossimoro. 2. Che cosa significano i due versi citati nella domanda precedente? a Che il telespettatore non riesce a vedere ciò che desidera, perché è senza cuore. b Che il telespettatore cerca inutilmente di tro- vare un significato a uno spettacolo privo di senso. c Che il telespettatore non riesce a comprende- re il significato di ciò che vede. d Che il telespettatore vorrebbe vedere pro- grammi di svago ma non li trova. Il Morente Schermo Nella seconda quartina Magrelli sorprende il lettore, spostando l attenzione dal dedicatario all apparecchio televisivo. Al centro del sonetto non si accampa la figura del Morto, ma quella del Morente Schermo (v. 7). Sua è la materia che con notazione irrealistica emana un odore insopportabile, di Carogna divorata dagli insetti (v. 9); sua è l agonia sulla quale insiste anche l ultima terzina. A meritare le maiuscole è il Monitor, autentico idolo del nostro tempo, ma non i personaggi che vi appaiono, comparse senza spessore come l albaparietti del v. 11, perfettamente intercambiabili fra loro. Il moltiplicarsi di allitterazioni nel finale (brilla breve, palinsesti e albaparietti, larvale svanì lieve, vv. 10-12) si correla allo scivolare rapido delle immagini, che svaniscono senza imprimere tracce, lasciando il posto a un effetto neve (v. 14) legato non solo fonicamente, ma anche sul piano del significato alla parola chiave del componimento, niente, che dai vv. 3 e 4 rimbalza nell ultimo, così da rimarcare una sconcertante e assoluta assenza di senso. 3. Perché il televisore è detto Illeso (v. 6)? 4. Quali segnali indicano che anche lo schermo è ormai morente? (sono possibili più risposte) c La luminosità intermittente. d L effetto neve. a Il ronzio. e Il surriscaldamento. b L assenza di volume. f Lo schermo nero. 237

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Poesia e teatro