5 LA POESIA CIVILE - Ne ammazza più la penna

GENERI E TEMI unità 5 LA POESIA CIVILE Ne ammazza più la penna Esplora l argomento Video PRESENTAZIONE T1 Archiloco, Lo scudo, p. 224 di Mauro Novelli T2 S. Quasimodo, Alle fronde dei salici, p. 231 Testi PLUS F. Villon, Ballata degli impiccati P.P. Pasolini, Il pianto della scavatrice E.A. Evtu enko, In stracarichi tranvai P. Neruda, Ode al grazie U. Saba, Teatro degli Artigianelli 220 TESTO ESEMPLARE Il linguaggio T3 V. Magrelli, Ecce Video, p. 235 ANALISI ATTIVA T4 A. Gorman, La collina che scaliamo, p. 239 1. AL SERVIZIO DEGLI IDEALI Il campo della poesia si estende ben al di là della lirica, oltrepassa cioè l espressione dei sentimenti personali. I versi non rappresentano infatti soltanto stati d animo, speranze e dolori soggettivi, ma spesso rivestono un ruolo fondamentale nel modellare e promuovere valori e obiettivi politici, civili e sociali. Molti poeti hanno affrontato esplicitamente le principali questioni della vita collettiva, svelando i meccanismi del potere, denunciando vizi e pregiudizi dominanti, indicando i rischi e i traguardi del progresso, o facendo sentire la loro voce in occasione di guerre, ingiustizie, minacce alla libertà. La poesia può cambiare il mondo? Si sente spesso ripetere, con aria di sufficienza, che la poesia non può cambiare il mondo. Presa alla lettera, questa affermazione è senz altro vera. Non si è mai visto, per esempio, un dittatore restituire ai cittadini la libertà dopo avere letto dei versi. Eppure, come recita un vecchio proverbio, «ne ammazza più la penna che la spada . La poesia può avere infatti un impatto potente, è in grado di cambiare il pensiero, conquistare le menti delle persone, influenzare i loro comportamenti. Non si spiegherebbe altrimenti la costanza con cui il potere da sempre bersaglia i poeti, impedendo la circolazione delle loro opere, esiliandoli lontano dai propri cari e dalla patria, incarcerandoli, e nei casi più gravi addirittura assassinandoli. Il potere contro i poeti Già duemila anni fa il poeta romano Ovidio fu costretto all esilio dall imperatore Augusto in un inospitale località sul Mar Nero; nel 1301 Dante Alighieri, allora

Specchi incantati - volume B
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Poesia e teatro