Specchi incantati - volume B

POESIA Generi e temi UNIT 4 Le grandi domande della poesia GUIDA ALLA LETTURA 204 Insofferenza cosmica Otto versi bastano a Montale per esporre il suo pensiero attraverso un architettura simmetrica e concisa. Le due quartine, infatti, presentano una struttura simile: a un affermazione iniziale, secca e perentoria, segue un elenco di tre immagini simboliche esemplari. Al v. 1 il poeta ci informa di essersi imbattuto nel male di vivere: un sentimento di dolore che caratterizza l intera vita, assumendo proporzioni cosmiche. L esperienza del disagio interiore è maturata nel tempo. Spesso: l avverbio di tempo, collocato in posizione di apertura, sottolinea la lunga consuetudine dell io lirico con tale condizione negativa, che è pervasiva e coinvolge tutti i livelli dell esistenza. Prove del disagio L elenco dei vv. 2-4 propone infatti tre manifestazioni concrete del male di vivere, ordinate secondo un climax ascendente. Le immagini si fanno via via più intense, secondo una progressione che conduce dal mondo inanimato a quello vegetale fino a quello animale: il ruscello che, per un ostacolo o una strozzatura, fatica a scorrere (v. 2); la foglia secca che si ripiega su se stessa per via dell arsura (v. 3); il cavallo che piomba a terra per la stanchezza (v. 4). La scelta delle immagini sostituisce l argomentazione affidata alle parole e al discorso logico: secondo la tecnica del correlativo oggettivo , il poeta rappresenta il proprio stato d animo e la propria condizione esistenziale attraverso oggetti concreti che assumono un valore universale, evidente senza che siano necessarie ulteriori esplicitazioni. Anche il lessico e il tessuto fonico sembrano trasmettere l idea del malessere connaturato al fatto stesso di vivere: l uso di parole lunghe, aspre e poco poetiche (strozzato, gorgoglia, v. 2; incartocciarsi, v. 3; stramazzato, v. 4) crea infatti un senso di fatica e di agonia, come se anche i suoni fossero ostruiti o minacciati dalla sofferenza. Un vero miracolo? La seconda quartina si apre con un altra perentoria affermazione (vv. 5-6): l io lirico non ha conosciuto alcun tipo di esperienza positiva, se si esclude il prodigio offerto dalla divina Indifferenza. Che cosa intende Montale con questa enigmatica espressione, che contiene, oltretutto, una personificazione e un ossimoro? La divina Indifferenza indica un distacco imperturbabile dalle emozioni: tale condizione psicologica è detta prodigiosa perché permette all essere umano di placare la sua angoscia. Per non soccombere al patimento è necessario guardare il mondo con una certa distanza emotiva, evitando, cioè, di farsi coinvolgere a fondo dai casi della vita. L universo estraneo La poesia si chiude con un altra enumerazione di tre elementi, che stavolta propongono esempi concreti di impassibilità: a una statua immobile e insensibile nella sonnolenza / del meriggio (vv. 7-8), seguono una nuvola e un falco (v. 8), entrambi alti nel cielo, lontani dalle passioni che brulicano sulla Terra. I tre membri della sequenza (che è composta da due elementi inanimati e uno animale e realizza una simmetria imperfetta con quella dei vv. 2-4) rimangono completamente indifferenti e slegati tra loro: potrebbero esistere l uno senza l altro, distanti, imperturbabili dinanzi alle sofferenze del mondo. Non a caso, se le immagini del male costringono ad abbassare lo sguardo verso la terra, e suggeriscono un senso di oppressione e di soffocamento, la statua, la nuvola e il falco comportano un progressivo innalzamento dello sguardo, che si schiude (v. 6) su orizzonti più ampi, in direzione del cielo sconfinato, lontano dal mondo-regno del dolore. L allitterazione in a, presente nell ultima espressione falco alto levato, connota proprio questa sensazione di necessaria e salvifica apertura. Georges Seurat, Uomo al parapetto o L invalido, 1881-1882.

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Poesia e teatro