T4 EUGENIO MONTALE, Spesso il male di vivere ho incontrato

EUGENIO MONTALE T4 Audio LETTURA Spesso il male di vivere ho incontrato TRATTO DA Ossi di seppia, 1925 METRO due quartine di endecasillabi, tranne il doppio settenario al v. 8. Lo schema delle rime è ABBA CDDA X L autore Unità 3, T6, p. 158 Attraverso una serie di immagini concrete Montale rappresenta la condizione di dolore che non risparmia né le cose né gli esseri viventi: solo un imperturbabile distacco può consentire di fronteggiarla. 4 Spesso il male di vivere ho incontrato: era il rivo strozzato che gorgoglia, era l incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. 8 Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Eugenio Montale, Ossi di seppia, a cura di P. Cataldi e F. d Amely, Mondadori, Milano 2003 2. rivo strozzato: ruscello che viene impedito nel suo scorrere, a causa di un restringimento o di un ostacolo. 3. incartocciarsi: accartocciarsi; la foglia PAROLA DI Prodigio Il prodigio è un evento straordinario, apparentemente privo di una spiegazione razionale, che può essere interpretato come segnale della volontà divina. Nell uso comune, prodigio è ciò che suscita ammirazione e stupore perché sorprendente, come per esempio i prodigi della scienza. Un prodigio è anche una persona che possiede doti straordinarie: Federica è un prodigio di intelligenza e di bontà. Con l espressione bambino o bambina prodigio ci si riferisce a fanciulli che, rispetto alla loro età, possiedono elevate capacità cognitive o eccezionale talento. secca si contrae, rimpicciolisce e si deforma. 4. riarsa: arida. stramazzato: crollato al suolo. 5-6. Bene... Indifferenza: non conobbi altro bene, all infuori del miracolo che la divina Indifferenza rivela (il che relativo ha valore di complemento oggetto). 8. meriggio: pomeriggio. alto levato: che vola alto nel cielo. SPECCHI di CARTA Lungo i secoli, i poeti hanno lottato duramente contro un temibile mostro, che ha ricevuto molti nomi: inerzia, accidia, nausea, noia, apatia... un esperienza non riservata solo ai grandi geni della letteratura, ma comune a tutti e che ogni individuo può provare, spesso senza averne chiari i motivi e le origini. Che cosa fare quando si vive con uno stato d animo simile? Antidoti e soluzioni miracolose non ce ne sono: qualcuno preferisce arrampicarsi, risalendo a forza di braccia dal crepaccio in cui è ca- duto. Altri attendono pazienti che il malessere tolga il disturbo. Altri ancora resistono combattendo a viso aperto, confidando nelle proprie energie e nelle infinite e meravigliose risorse della vita. Montale, da parte sua, coglie nell apatia una possibilità di salvezza: se, in definitiva, non c è niente da perdere perché tutto rimane estraneo e indifferente è inutile agitarsi tanto, impaurirsi. Il bene è un esperienza rara, che ci scalda il cuore all improvviso, quasi per miracolo. 203

Specchi incantati - volume B
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Poesia e teatro