Specchi incantati - volume B

POESIA Generi e temi UNIT 4 Le grandi domande della poesia ANALISI ATTIVA I numeri della natura La poetessa formula una serie di pressanti richieste, indirizzate a un noi generico e impersonale. Lo fa con un atteggiamento esuberante e giocoso: vuole che le sia servito il tramonto dentro una coppa (v. 1), che la luce dell alba, il mattino, al pari di un liquido, venga misurata in recipienti (flaconi del mattino, v. 2) e che venga svelato il numero delle stille di rugiada (v. 3). A prima vista, si tratta di pretese assurde, alle quali gli imperativi, la sintassi paratattica e l anafora dei vv. 4-5 (ditemi dove [...] / ditemi quando) conferiscono il tono di un insistenza capricciosa, quasi infantile. 1. L appello-richiesta a un noi indica che a l io lirico desidera comunicare con qualcuno. b l io lirico desidera comunicare con Dio. c le domande che l io lirico si pone sono di por- tata universale. d le domande che l io lirico si pone riguardano lei e Dio. Gustare le meraviglie del creato 2. Ditemi dove il mattino si spinge (v. 4) significa a ditemi a che ora finisce il mattino. b ditemi a che ora comincia il mattino. c ditemi se è possibile stabilire i limiti del mat- tino. d ditemi se è mattino. La curiosità divertita però non deve ingannare: attraverso i suoi desideri paradossali, la poetessa aspira a penetrare i segreti della natura, e contemporaneamente a ribadirne l incommensurabilità rispetto alle possibilità della ragione umana. Non a caso, dopo la richiesta su dove sparisce il mattino (v. 4), la sua voglia di conoscere si appunta sul tessitore / che ordì l azzurra vastità (vv. 5-6), immagine metaforica dietro la quale si cela la presenza di Dio. Il tema è impegnativo, ma viene sviluppato con leggerezza attraverso domande destinate a non avere risposta: a che ora dorme il creatore, mentre l universo è continuamente pervaso dal moto incessante della vita? La seconda strofa si sposta dai fenomeni meteorologici e celesti al regno animale, mantenendo invariata la necessità di quantificare le manifestazioni con le quali il mondo mostra la propria bellezza: si chiede così di contare le note del pettirosso (vv. 7-8), i viaggi della tartaruga (v. 10) e il numero dei fiori su cui si posa l ape (v. 11). Prorompe in tal modo il quadro di una gioiosa natura primaverile, nella quale balena il motivo del piacere amoroso, introdotto dall estasi del [...] pettirosso (v. 8) e dal bizzarro epiteto associato all ape, la dissoluta di rugiade (v. 12). 3. Dissoluta di rugiade (v. 12) significa che a si scioglie con la rugiada. c ama appassionatamente la rugiada. b si libera dalla rugiada. d beve con voluttà la rugiada. L architetto del mondo 200 Nella terza strofa un ulteriore passaggio sintattico e argomentativo introduce una serie di interrogative dirette (e non indirette, come ai versi precedenti) dedicate alla misteriosa identità del creatore. La poetessa si chiede chi abbia progettato l arcobaleno (v. 13), utilizzando un elaborata e implicita sineddoche che si può parafrasare così: Chi ha costruito i pilastri che sostengono l arcobaleno, come se fosse un vero ponte? . Ai vv. 14-15, invece, Dio è rappresentato come un pastore che conduce un gregge composto da sfere celesti , usando bastoni fatti d azzurro. La strofa si chiude illustrando altri portenti naturali, che l ingegnere della creazione fabbrica e modella direttamente: le stalattiti delle grotte, intrecciate come fili (v. 16), e le stelle, metaforicamente trasfigurate nei chicchi della notte al v. 17. Vediamo come in questo verso emerga ancora il motivo della numerazione : il creatore è in grado di contare le stelle, per definizione innumerevoli, addirittura verificando eventuali assenze.

Specchi incantati - volume B
Specchi incantati - volume B
Poesia e teatro