Specchi incantati - volume B

Dammi mille baci SPECCHI di CARTA Il tempo, quando si tratta di amore, diventa più che mai confuso e labirintico. Passato, presente e futuro si accavallano, sfumano gli uni negli altri, perdono i loro contorni: può accadere, così, che un episodio di molti anni fa ci sembri concluso soltanto da pochi minuti. Altre volte, invece, voliamo con la mente nel futuro, immaginando che cosa accadrà con il passare degli anni alla nostra storia d amore. Il problema più intricato, però, riguarda la natura del singolo istante. La gioia, il trasporto di certi attimi vissuti al culmine dell amore contrastano con la loro natura effimera e transitoria. Non importa quanto perfetto sia il godimento amoroso: esso è destinato a svanire, sopravvivendo, nel migliore dei casi, soltanto nei ricordi. questo timore, talvolta, ad avvelenare la gioia di chi ama: perché provare un emozione tanto forte che poi ci viene crudelmente sottratta? Vale la pena di amare, se poi dovremo abbandonare l oggetto del nostro amore? Oppure, vedere il nostro sentimento appassire, mutare, eroso dallo scorrere del tempo? Forse sì. Forse, senza data di scadenza, l amore non sarebbe così intenso. Come un sole senza orizzonte, come un fiore eterno: quindi mai pronto a trasformarsi, a diventare altro. GUIDA ALLA LETTURA Un incontro distratto Convegno di Antonia Pozzi è il racconto di una fulminante apparizione interiore, vissuta dall io lirico nel mezzo di un incontro amoroso. La brevità della poesia e dei versi che la compongono rende l intera scena particolarmente intensa e toccante. Come indica il v. 1, l episodio è ambientato in una stanza, di cui però è messa in evidenza l aria: un modo per evocare l impalpabile atmosfera in cui si muovono i due protagonisti e, con essa, la distanza che li separa. Ma il verso fondamentale del componimento è il 3, che coincide e si esaurisce con il verbo guardo: tutta la poesia, infatti, è giocata su ciò che la protagonista vede, attraverso gli occhi del corpo e soprattutto quelli della mente. Ma guardo che cosa? Con un inversione sintattica, troviamo il complemento oggetto non dopo il verbo reggente, ma prima, al v. 2: si tratta di una significativa strategia stilistica, con la quale la poetessa vuole dare enfasi al tu a cui si riferisce la lirica. E tuttavia, spiazzandoci, afferma di non concentrare lo sguardo sulla persona amata che partecipa al convegno amoroso e che le sta di fronte: la sua mente è come distratta, vaga altrove, rapita da pensieri inquieti. Vederci doppio Al v. 4, la congiunzione avversativa introduce il vero oggetto della visione dell io poetico: non l amato, ma il ricordo del suo viso. Come a dire: Non sei più tu che sto guardando perché sono già al di là del momento in cui ti guardo; sono già nel gorgo dei ricordi . La memoria cercherà così di riempire il vuoto (v. 6) della sua futura assenza. Tale vuoto nel contesto rarefatto e misterioso della poesia diventa simbolo di un concetto più generale: l inevitabile caducità di ogni amore, che prima o poi, non importa per quale ragione, è destinato a svanire. Anche se ora, nella stanza, la poetessa sta probabilmente vivendo un momento felice, la sua psiche tormentata si proietta nel futuro, quando l amato sarà lontano e non ci sarà più. come se la sua immaginazione provocasse una repentina accelerazione del flusso temporale e sdoppiasse la visione: ciò che ha di fronte si trasforma improvvisamente in un ricordo e viene considerato dalla prospettiva del futuro. Confusione temporale Convegno è costruita montando insieme indicatori linguistici che rimandano a diversi piani temporali. fondamentale concentrarsi sui tempi verbali, che individuano i salti cronologici su cui si basa la poesia. L indicativo presente guardo, al v. 3, si riferisce agli attimi in 149

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Poesia e teatro