Specchi incantati - volume B

Dammi mille baci SPECCHI di CARTA Travaglio, sofferenza, dolore: chi l ha detto che la poesia canta soltanto le angosce della vita? La giovinezza reclama i suoi diritti: soprattutto quello di godere di un amore spensierato, da vivere con l ingenua trasgressione degli anni più verdi. Che importa dei commenti lividi e invidiosi dei vecchi moralisti che brontolano davanti alle tenerezze focose di amanti appassionati? La vera minaccia alla felicità così ci dice Catullo non sta nei rimproveri altrui, ma nel trascorrere impietoso del tempo. Eppure c è un modo per fermarlo e rendere il sentimento eterno: darsi senza risparmio un infinito numero di baci. Che ne dici? A distanza di duemila anni da questo invito, la ricetta del poeta latino è ancora valida? GUIDA ALLA LETTURA L esortazione ad amare La vita è breve, la morte incombe ineluttabile e la giovinezza è destinata a eclissarsi velocemente. La constatazione di Catullo potrebbe dar luogo al disincanto e alla malinconica riflessione su un tema classico della poesia di ogni tempo, la caducità della bellezza e dell esistenza stessa. Il poeta però ha trovato l antidoto alla finitezza umana, da condividere con Lesbia, a cui si rivolge direttamente in apostrofe al v. 1: amarsi e moltiplicare all infinito il piacere del bacio. Certo, può trattarsi di una gioia fragile. Ma proprio perché effimera, vale la pena di concedersela pienamente, in modo frenetico (come il ritmo dei vv. 7-9) e smisurato, come suggerisce, negli stessi versi, il conteggio iperbolico delle effusioni amorose. La passione insidiata D altro canto, se l io lirico esalta la gioia della passione, non manca di evidenziare gli ostacoli che si frappongono tra sé e la felicità. A ben vedere, tutto il componimento è giocato sulla contrapposizione delle immagini: da una parte la luce della vita, la giovinezza, la leggerezza; dall altra il buio della morte, la vecchiaia, la seriosità. In particolare, l amore annovera alcuni nemici da cui guardarsi: il moralismo degli anziani bacchettoni (i brontolii dei vecchi austeri, v. 2) e le maledizioni degli invidiosi (v. 12). I giudizi dei primi devono essere ignorati (valutiamoli, tutti insieme, due soldi, v. 3); gli anatemi dei secondi potranno invece essere vanificati proprio dal numero dei baci scambiati con l amata, che essi non saranno in grado di contare per realizzare i loro riti malefici di malocchio. L amore ribelle Il poeta sa che il modo in cui intende vivere il sentimento è oggetto di riprovazione. Lesbia è una donna sposata e appartiene a una potente famiglia romana, la gens Claudia: per di più, la fama che la circonda non è delle più lusinghiere, dal momento che viene tacciata di essere troppo libertina ed emancipata. Anche per questo la concezione catulliana dell amore appare trasgressiva, ben lontana dalla morale pubblica romana che impone all intellettuale rigore e impegno politico. L esaltazione del piacere e dell amore si arricchisce in tal senso di una componente provocatoria, in contrasto con le norme severe dei tempi: amare in quel modo e soprattutto scriverne in quel modo significa apparire agli occhi della collettività un cattivo cittadino. LABORATORIO SUL TESTO 3 COMPRENDERE 1. A chi è rivolta l apostrofe iniziale? 2. Che cosa devono ignorare i due amanti? a I pochi soldi che hanno. c Il tramonto del sole. b I brontolii degli anziani. d La notte. Che cosa può tramontare e risorgere? a Il sole. c I baci degli amanti. b L amore degli amanti. d L invidia degli altri. 4. Il numero dei baci dei due amanti a è di tremilatrecento. c è un migliaio. b è di alcune centinaia. d è infinito. 139

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Poesia e teatro