GARE DI FINE CORSO

GARE DI FINE CORSO verso le PROVE INVALSI IL TESTO NARRATIVO Audio LETTURA 5 10 15 20 25 30 35 Nelle vallette profonde si andavano ormai sciogliendo le ultime chiazze di neve, era una calda giornata d aprile e gli scoiattoli bambini prendevano già le prime lezioni di arrampicata, quando uno dei bruchi maligni disse a un compagno, con la bocca ancora piena di cibo: «Non so, ma oggi ho una strana sensazione. Come se ci avessi qualcosa dentro che si muove. E sì che per star bene sto bene. Sono aumentato di mezzo grammo in quest ultima settimana . «Sta zitto fece il compagno «che anch io oggi non sono della solita vena. Abbiam mangiato troppo, caro mio, e si son prodotti dei cattivi umori che adesso ci circolano nel corpo . In quel momento, un terzo bruco, a due centimetri di distanza, cacciò un acutissimo grido, sputò la foglia che stava masticando e si rivoltò su sé stesso. Allora, orribile a dirsi, la sua pelle in più punti si ingrossò rapidamente come per fulminei foruncoli; poi quelle gobbette scoppiarono e dai minuscoli crateri si affacciarono le testoline di tanti vermiciattoli. Sbucati all aria aperta, queste bestiole trassero un respirone di sollievo e, complimentandosi a vicenda con auguri di varia specie, uscirono lentamente anche con il resto del corpo, mentre la larva maligna rantolava, ululando per il dolore. Quando l ultimo vermiciattolo fu uscito (erano in tutto una quarantina) il vandalo si stirò, morto secco. «Maledizione! gridò il primo bruco, annichilito per l orrendo spettacolo. «Le uova delle icneumoni hanno dato fuori quei vermi! Anche noi siamo rovinati! Il bruco aveva compreso la situazione. Introdotte nei corpi dei vermi devastatori, le uova di icneumone si erano schiuse ed erano nati piccolissimi bruchi. Era giunta l espiazione. I figli di icneumone si ridestavano; passatasi una parola d ordine, irrompevano all esterno, spaccando l involucro del bruco. E questi, squarciato, moriva. «Basta, basta! gridavano gli uccellini, scossi dal raccapricciante spettacolo. Ma la morìa non durò poco. Non c era un bruco che non avesse subito quell iniezione di uova, neppure uno che potesse scampare. Dai rami era una specie di pioggia: moribondi, i bruchi si abbattevano sul terreno con un lieve colpetto. Nel Bosco Vecchio si fece un gran silenzio. Anche il vento Matteo era lontano, ad annunciare la sua opera miracolosa. Non sembrava più quello di pochi giorni prima, tanto il suo morale era alto e vivace l andatura. Nessuno in verità gli poteva negare un riconoscimento. Eppure si diede in tale circostanza tanto sussiego che riuscì a disgustare anche i pochissimi che gli conservavano qualche simpatia. Al terzo giorno dall inizio della morìa non rimanevano nel Bosco Vecchio che poche decine di bruchi. Angosciati per la strage dei compagni, essi avevano perso ogni appetito e aspettavano muti che suonasse la loro ora. (Adattato da D. Buzzati, Il segreto del Bosco Vecchio, 1935) 324 GARE DI FINE CORSO

La Grammatica Treccani - La palestra
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Per la scuola secondaria di primo grado