T1 LAT - Il prologo programmatico delle Fabulae

Il contesto letterario La letteratura sotto i Giulio-Claudii Quello di Fedro è uno sguardo che muove dal punto di vista dei più deboli, delle vittime di ingiustizie sociali, ma le sue favole non arrivano mai all aperto dissenso con il potere imperiale: ironia e critica non sono mai astiose, né, d altra parte, c è reale ottimismo nella possibilità che la protesta sociale sottesa al testo possa apportare qualche miglioramento o farsi carico di istanze nuove. Testo PLUS Fabulae, Prologus II T1 Il prologo programmatico delle Fabulae tratto da Fabulae I latino L opera inizia con un prologo programmatico nel quale Fedro indica il modello cui si è ispirato e la portata innovativa della sua opera. Metro: senari 5 Aeso pus auctor quam materiam reppe rit, hanc ego polivi versibus senariis. Duplex libelli dos est: quod risum movet, et quod prudenti vitam consilio monet. Calumniari si quis autem voluerit, quod arbores loquantur, non tantum ferae, fictis iocari nos meminerit fabulis. 1-2. Aeso pus senariis hanc sena riis: che io ho rielaborato in versi senari . Hanc è riferito a materiam, cioè il contenuto dei testi di Esòpo; il verbo pol o ha significato tecnico ed è utilizzato con il significato di ripulire nel senso di levigare con riferimento per l ambito librario all utilizzo di strumenti sia per rendere uniforme il supporto scrittorio, sia per cancellarlo e quindi rimaneggiarlo , ma anche limare , elaborare , abbellire e quindi rielaborare anche dal punto di vista formale. Fedro infatti scrive in versi, adottando il senario, il metro della commedia. 3-4. Duplex monet Duplex libelli dos est: affermando che duplice è il pregio del libretto , Fedro presenta una caratteristica intrinseca del libellus e di riflesso delle favole, cioè il duplice intento di insegnare (dare un indicazione morale, prudenti vitam consilio monet, v. 4) e nello stesso tempo divertire (risum movet, v. 3). 5-7. Calumniari fabulis L autore si rivolge in maniera garbata e indiretta ai suoi detrattori presentando l eventualità di critiche a lui mosse per l astrusità delle situazioni introdotte (alberi e animali parlanti). La difesa si tramuta in una rivendicazione ferma del genere: un genere minore come la favola, dove domina la fictio (la finzione), non la realtà. Analisi del testo Gli obiettivi dell opera: prodesse e delectare Nel prologo Fedro dichiara il proprio debito nei confronti di Esòpo (VI secolo a.C.), ma rivendica immediatamente la nov tas della propria opera; infatti è lui per primo a dare veste poetica alla materia di Esòpo, cioè alla favola, e a trasporla artisticamente (in maniera dunque rielaborata) in versi: ho elaborato artisticamente in versi senari . Il fine di tutto il libellus è indicato nel principio del prodesse e del delectare, cioè del giovare e del divertire, principio rivendicato anche da Orazio e che Fedro qui sintetizza ai vv. 3-4 con una struttura binaria: risum movet in ultima posizione del verso in parallelo con consilio monet sempre in ultima sede con omoteleuto. L allusione al contenuto delle favole con alberi parlanti pertiene ai testi di Esòpo e non al contenuto del libellus di Fedro, e forse è da intendersi come un omaggio al padre del genere della favola, oppure come un espediente per inserirsi pur con innovazione nel solco del genere. Il libretto inizia quindi con la favola del lupo e dell agnello, specchio di una condizione sociale e quindi spia dei temi riflessi nella semplicità apparente e nella scelta poetica di questo genere minore. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 45

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale