BRANI CRITICI

BRANI CRITICI 1. Mario Citroni Il meccanismo comico Mario Citroni, uno dei più acuti interpreti dell opera di Marziale, ha dedicato diversi contributi alla teoria lessinghiana dell epigramma, esplorandone l enorme influenza sugli studi successivi ma evidenziandone al contempo i limiti. In queste pagine, Citroni suggerisce di superare la visione rigidamente bipartita proposta da Lessing, e riconosce nell intrinseca unità del singolo componimento la misura in cui si realizza il meccanismo del comico marzialiano; prendendo spunto dalle teorie di Johann Gottfried Herder, lo studioso vede nella parte conclusiva dell epigramma (l Aufschluss o spiegazione di Lessing) la rivelazione del punto di vista del poeta che opera sull oggetto della rappresentazione fin dall inizio del componimento, una prospettiva soggettiva che avvicina il genere epigrammatico a quello lirico. 5 10 15 20 25 Marziale ha una attitudine, una sensibilità, particolarmente viva a vedere assurdità e contraddizioni nel mondo che lo circonda: ma quasi mai il suo epigramma si riduce a un secco motto arguto di denuncia: la prima parte è spesso un vero ritratto comico, non sempre breve, e la seconda, non che ridurre la prima a componente di un complessivo gioco logico, identifica quella contraddittorietà e improprietà che il poeta ha riconosciuto nella cosa, persona, o fatto che ha descritto (per usare ancora la formula di Scaligero),1 e rende esplicito, con brillante effetto, quello stesso punto di vista critico con cui cosa, persona, o fatto erano stati rappresentati nella prima parte. Questa interpretazione della funzione della seconda parte dell epigramma, come esplicitazione del punto di vista con cui è stato rappresentato l oggetto nella prima, era stata sostenuta da Herder2 in uno studio sull epigramma greco (1785-1786), ma è stata poi quasi dimenticata, almeno negli studi su Marziale, ai cui epigrammi è sembrato per lo più che la formula lessinghiana3 si attagliasse in modo pertinente. [ ] L epigramma non è costituito da un pensiero, cui si premette una adeguata preparazione, ma è anzitutto rappresentazione di un oggetto, narrazione di un fatto, manifestazione di un sentimento. La seconda parte è il mezzo con cui il poeta può indicare al lettore quale sia il corretto punto di vista da cui si deve guardare alla prima parte, quale sia la sua la corretta interpretazione. Egli proponeva una analogia con l artista figurativo, che sceglie un punto di vista da cui rappresentare il suo oggetto, e il momento in cui coglierlo. Per Herder la pointe finale dell epigramma è l esplicitazione del punto di vista da cui deve essere colto nella sua luce l oggetto, e in considerazione del quale l epigramma dunque si svolge dall inizio alla fine è il momento della sua energia, l ultimo acuirsi in un punto della sua forza . Herder, reagendo al razionalismo di Lessing, e della tradizione di poetiche classicistiche di cui la sua teoria dell epigramma era erede, proponeva questo modello più duttile, fondato non su Marziale, ma sulla produzione epigrammatica greca. Un modello in cui la relazione tra le due parti non ha nulla 1. la formula di Scaligero: Giulio Cesare Scaligero (1484-1558), umanista italiano, nella sua Poetica, pubblicata postuma nel 1561, aveva appunto definito l epigramma l esposizione di una cosa, di una persona o di un fatto (simplex cuiuspiam rei, vel personae, vel facti indicatio). 2. Herder: Johann Gottfried Herder (1744-1803), filosofo e letterato tedesco; fu allievo di Immanuel Kant. Il suo studio 408 sull epigramma greco a cui fa riferimento Citroni uscì in due parti pubblicate rispettivamente nel 1785 e 1786. 3. formula lessinghiana: secondo il poeta e filologo tedesco Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), caratteristica distintiva del genere epigrammatico è la presenza di due parti: una prima sezione descrittiva (Erwartung, attesa , corrispondente all oggetto fisico su cui l epigramma ve- niva originariamente apposto), che ha lo scopo di suscitare la curiosità del lettore, e una seconda parte (Aufschluss, spiegazione , corrispondente all iscrizione vera e propria), che scioglie la curiosità chiarendo il significato della prima.

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale