Tua vivit imago - volume 3

Scuola francese, Il festino di Trimalcione (particolare), XIX secolo. Collezione privata. Il Satyricon: opera letteraria che nega e rovescia la letteratura stessa. di un tale chiamato Encolpio e dei personaggi che lo accompagnano, il testo presenta così tante singolarità che ricorrere all etichetta di romanzo greco è decisamente riduttivo. Il Satyricon come parodia e sovvertimento del canone In particolare, ciò che va osservato è la presenza, contemporanea, di elementi che appartengono a generi molto differenti, che convivono uno di fianco all altro, spesso assieme alle proprie parodie: il Satyricon, infatti, è attraversato in tutta la sua estensione da una profonda vena parodica, che emerge qua e là mettendo in ridicolo la cultura alta e dissacrandone il ruolo di paradigma letterario. In questa impostazione bisogna quasi certamente riconoscere il tentativo di farsi beffe di una certa parte della società romana, che cerca di appropriarsi, in maniera fallimentare, di una cultura che non le appartiene, certificando in questo modo il fallimento stesso del modello e della sua validità: l immagine che emerge attraverso lo specchio del Satyricon è quella di una letteratura e di una cultura che spesso non sono in grado di produrre null altro che grotteschi imitatori. Tuttavia, ciò non significa che vi sia, alla radice del Satyricon, un intento moralistico, quanto piuttosto il desiderio di fare letteratura in una maniera profondamente diversa: il Satyricon è, infatti, un raffinato tentativo di scrivere un opera ricorrendo a tutto ciò che era sempre rimasto ai margini del canone ufficiale, un sovvertimento che è una via di mezzo fra il divertimento letterario e uno sperimentalismo d avanguardia. Il testo non è altro che una continua successione di allusioni, parafrasi e riscritture in chiave parodica di elementi letterari, configurandosi così come il preziosissimo testimone di una cultura popolare purtroppo perduta per sempre, oltre che di una realtà quotidiana quasi mai considerata degna di essere fissata sulla pagina, se non deformata e standardizzata attraverso caratterizzazioni spesso grottesche, frequenti soprattutto nel teatro. Leggendo queste pagine, il lettore moderno ha davanti agli occhi il tentativo di fare letteratura attraverso la negazione e il rovesciamento delle formalizzazioni canoniche della letteratura stessa, e in Petronio può riconoscere un abile e raffinato scrittore che è in grado di costruire un capolavoro risemantizzando gli elementi tradizionali e recuperando quanto il canone letterario aveva lasciato ai margini. Una continua serie di sorprese Il Satyricon ha la sua cifra più singolare nella continua successione di rivolgimenti, sia reali che figurati: tutto è in continuo movimento, nulla è mai ciò che sembra: i personaggi di Petronio cambiano città, cambiano vita, cambiano addirittura pelle. Come nel mondo reale, la sorte di ognuno è precaria e nelle mani della fortuna, ma è proprio questa precarietà che rende possibile l inatteso, forse il vero elemento guida di tutta l opera. Petronio, infatti, gioca per quasi tutto il testo con la sorpresa, che è duplice perché a essere sopresi sono i protagonisti, ma è anche il lettore, colto alla sprovvista dalle inattese evoluzioni della trama. Lo stupore è una costante del Satyricon, ed è una diretta conseguenza dello straniamento che costella l opera: come ci mostreranno i testi, è proprio con lo stupore del lettore che Petronio si diverte, come il cuoco di Trimalcione che dal ventre del maiale appena servito in tavola con un abile taglio fa saltar fuori salamini e salsicciotti. 217

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Età imperiale