Tua vivit imago - volume 2

L autore Virgilio quamvis multa meis exiret victima saeptis, pinguis et ingratae premeretur caseus urbi, 35 non umquam gravis aere domum mihi dextra redibat. Meliboeus Mirabar quid maesta deos, Amarylli, vocares; cui pende re sua patereris in arbore poma: Tity rus hinc aberat. Ipsae te, Tity re, pinus, ipsi te fontes, ipsa haec arbusta vocabant. Tity rus 40 Quid facerem? Neque servitio me exire licebat, nec tam praesentis al bi cognoscere divos. Hic illum vidi iuvenem, Meliboee, quotannis bis senos cui nostra dies altaria fumant. Hic mihi responsum primus dedit ille petenti: 45 «Pasc te, ut ante, boves, pueri; submitt te tauros . quamvis urbi: sebbene dai miei recinti (meis saeptis) uscissero numerose vittime e fosse premuto grasso formaggio (pinguis caseus) per la città ingrata : victima è singolare collettivo e si riferisce alle bestie da macello, destinate quindi al mercato, senza la connotazione sacrale che il termine propriamente possiede; l ingrata urbs, Mantova probabilmente, è così definita perché non ricompensa adeguatamente Tìtiro per le fatiche del suo lavoro agricolo. Il v. 34 presenta una costruzione simmetrica che è propria del cosiddetto verso aureo (versus aureus): il verbo (premeretur) è al centro, i due sostantivi (caseus urbi) dopo il verbo, e i rispettivi aggettivi (pinguis et ingratae, con anastrofe di et) prima. non umquam redibat: mai la mia destra (dextra, sott. manus) tornava a casa carica di denaro (aere, metonimia: le monete usate nel commercio erano, infatti, di bronzo) . 36-39. Mirabar vocabant Mirabar poma: io mi stupivo, o Amarillide, perché tu invocassi mesta gli dèi e per chi (cui, dativo di vantaggio) lasciassi pendere (pende re, infinito di pendeo) dall albero i frutti . Melibèo, dopo aver ascoltato le parole di Tìtiro, sembra mettere in secondo piano le sue vicende e ricorda i momenti in cui Amarillide (alla quale si rivolge direttamente), affranta per la lontananza dell amato Tìtiro (come spiega poi ai versi immediatamente successivi), pregava per il suo ritorno. Tity rus vocabant: Tìtiro era lontano da qui. Anche i pini, o Tìtiro, anche le fonti e gli arbusti ti invocavano . Nelle parole di Melibèo si accumulano espedienti retorici che innalzano il tono e lo stile: ben lontano dall umile sermo dei pastori, Melibèo intona il suo canto. Nota infatti l apostrofe (Tity re), l anafora di te, il poliptoto di ipse. 40-45. Quid submitt te tauros Quid facerem?: che cosa avrei dovuto fare? ; proposizione interrogativa con congiuntivo dubitativo. licebat: regge le due infinitive me exire e nec [me] cognoscere divos. tam praesentis divos: espressione sacrale che rinvia alla credenza antica secondo cui l aiuto di un dio dipendesse dalla sua epifania, cioè dalla sua manifestazione (da qui l uso di praesens, che assume sia il valore di presente , sia quello di propizio ). Praesentis è forma in -is dell accusativo plurale (equivale a praesentes). Hic fumant: qui (cioè a Roma), o Melibèo, ho visto quel giovane, per il quale i nostri altari fumano dodici giorni ogni anno (quotannis bis senos dies, con bis senos = duodecim) . questa la risposta di Tìtiro alla domanda di Melibèo del v. 18. Il riferimento è probabilmente a Ottaviano, detto iuvenis perché nel 41 a.C. aveva 22 anni; la sua celebrazione per dodici giorni all anno (quindi, una volta al mese) ha fatto pensare a una coincidenza con il culto del Lar familiaris, che si venerava generalmente alle calende di ogni mese. responsum: termine generalmente impiegato in ambito giuridico per designare la risposta di un autorità oppure in ambito religioso per descrivere il responso di un oracolo; l utilizzo di questo termine esprime l autorevolezza della risposta del giovane. primus: equivale all avverbio primum ( per la prima volta ), anche se per altri studiosi è da considerarsi come primo ( prontamente ). Pas c te tauros: pascete come prima i buoi, o schiavi; allevate i tori . Se al v. 40 era emerso che Tìtiro si era recato a Roma per ottenere l emancipazione dalla schiavitù, adesso il responsum di Ottaviano sembra contraddittorio, perché, pur permettendo al pastore di rimanere nelle proprie terre, non prende in considerazione il problema della schiavitù. In realtà si deve forse credere che la libertas di Tìtiro sia simbolica: il pastore ottiene il privilegio di continuare ad abitare metaforicamente il mondo bucolico, il cui ritmo è scandito dalla vita dei campi. Il termine pueri è qui utilizzato nel significato di schiavi , senza alcun collegamento con l età; submitt te, imperativo presente di submitto, è tecnicismo del lessico agricolo con il valore di far crescere, allevare . 83

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Età augustea